La pandemia ha messo alla prova il nostro Sistema Sanitario, che ha mostrato i suoi limiti e le sue criticità.
La spesa sanitaria nel 2020 – pari a 123 miliardi di euro – è cresciuta del 6,5%, dato che, pur essendo più elevato rispetto alla tendenza degli anni precedenti, non ha fatto il balzo atteso verso l’alto.
Indice degli argomenti
Sistema Sanitario: le questioni più urgenti da affrontare
Quanto visto è uno dei segnali delle rigidità del nostro Sistema, in termini di vincoli e capacità produttiva, anche di fronte all’esplosione dei bisogni di cura.
E tutto ciò ha messo in ulteriore evidenza le problematiche del nostro Sistema Sanitario più urgenti da affrontare. Tra queste:
- le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, con particolare riferimento alla prevenzione e assistenza sul territorio;
- la ridotta integrazione tra i servizi ospedalieri e i servizi territoriali e sociali;
- i tempi di attesa molto elevati per l’accesso ad alcune prestazioni sanitarie;
- l’aumento della rinuncia alle cure dei pazienti non-Covid.
Il modello della Connected Care
Emerge, dunque, la necessità di un ripensamento forte del modello di cura. E questo modello non può che essere digitale. La sanità, però, non deve essere “a distanza” ma “connessa”.
E’ in questo senso che intendiamo la Connected Care, ovvero un ecosistema per la cura e la salute, disegnato attorno al cittadino/paziente che, adeguatamente ingaggiato e formato, può accedere ai servizi e alle informazioni attraverso piattaforme digitali interoperabili che integrano e coinvolgono attivamente tutti gli attori del sistema di cura. Tali piattaforme devono rendere disponibili in modo selettivo e sicuro dati e canali di comunicazione e collaborazione per supportare il cittadino/paziente in tutte le fasi del percorso di cura.
Da pazienti a cittadini: verso la medicina di precisione
Quest’ultimo aspetto – ovvero la considerazione di tutte le fasi del percorso del cittadino/paziente – è anch’esso un elemento importante di integrazione: la sanità digitale non si occupa solo di cura, ma spazia a tutte le fasi di bisogno dei cittadini (e, infatti, parliamo di cittadini più che di pazienti).
Il digitale, infatti, supporta:
- Il benessere e la prevenzione;
- La ricerca di informazioni rispetto a strutture e professionisti per facilitare l’accesso ai servizi;
- La cura, che grazie al digitale fa sì che il primo luogo di cura possa diventare il domicilio del cittadino;
- Il follow-up, ovvero la continuità di cura e il monitoraggio degli stili di vita.
L’obiettivo è una medicina di precisione, orientata alla persona, con modelli di cura e presa in carico personalizzati, con un’integrazione sempre più forte tra ospedale e territorio, grazie alla condivisione dei dati clinici.
Innovazione e Connected Care per rispondere alle sfide del SSN
Il Servizio Sanitario Nazionale, nei prossimi anni, si troverà sempre più a dover affrontare sfide quali:
- longevità;
- cronicità;
- necessità di continuità di cura;
- fragilità;
- non autosufficienza.
Una corretta implementazione delle innovazioni digitali e dei princìpi alla base del paradigma della Connected Care può dare una risposta a queste sfide, in quanto unici strumenti in grado di aumentare la produttività delle risorse disponibili nel mondo della sanità.
Le tecnologie digitali per abilitare la Connected Care
Se è vero che il settore sanitario è stato investito sempre di più dall’onda del digitale e che tecnologie quali intelligenza artificiale, realtà aumentata e piattaforme di condivisione stanno cambiando il modo di fruire i servizi e impattano anche sull’ecosistema salute e sanità, è anche vero che – come ricordano i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano – la spesa ICT in sanità in Italia è ancora molto bassa, pari a 1,5 miliardi di euro.
La pandemia è stata un banco di prova per dimostrare come le tecnologie oggi disponibili possano dare un contributo nelle varie fasi del percorso di cura del cittadino.
La grande sfida è mettere a frutto queste esperienze (e le tecnologie oggi esistenti) per ridisegnare percorsi di cura qualitativamente elevati, allineati alle aspettative e anche sostenibili per il Sistema Sanitario.
In un’ottica di Connected Care andranno dunque indirizzate l’evoluzione e la convergenza dei medical device, delle terapie digitali, delle App per la salute e il benessere, delle esperienze di Telemedicina, dei sensori ambientali e dei wearable device.
Il percorso di prevenzione, assistenza e cura del cittadino/paziente deve sempre più avvalersi delle nuove tecnologie per erogare servizi di qualità in risposta ai bisogni complessi delle popolazioni e per migliorare i processi di accoglienza in chiave digitale al fine di migliorare l’esperienza dell’utente nella fase di accesso ai servizi.
Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, Telemedicina e Connected Care, accoglienza e presa in carico digitale, app medicali, digital therapeutics e wearable device possono migliorare la qualità delle cure per i cittadini, aumentare l’appropriatezza, ridurre le diseconomie.
La possibilità di gestire e analizzare i dati sanitari – dalla diagnostica per immagini alle informazioni di biologia molecolare, di genetica, di epidemiologia e, più in generale, sulla storia clinica del paziente – può permettere diagnosi sempre più precise, personalizzate e complete.
Un approccio proattivo per guidare il cambiamento
L’adozione del modello di Connected Care, dunque, deve prevedere – per l’organizzazione sanitaria – un approccio proattivo per non subire il cambiamento ma, piuttosto, per guidarne lo sviluppo, sia in termini organizzativi che tecnologici. I passi suggeriti prevedono:
- la progettazione di nuovi processi e nuova organizzazione a supporto del servizio;
- la verifica di aderenza all’impianto normativo ed alla sicurezza;
- la definizione dei requisiti sia organizzativi che tecnologici del servizio;
- la definizione dell’architettura del servizio e l’integrazione con i Sistemi Informativi;
- la ricognizione di mercato e la scelta della soluzione digitale più adatta al contesto.
Connected care: gli ostacoli da superare
Esistono, però, delle barriere allo sviluppo di una sanità digitale realmente connessa: fino a ieri, la più nota era quella economica, oggi divenuta solo un alibi date le ingenti risorse che saranno rese disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
D’ora in avanti, quindi, ci si potrà concentrare sull’indirizzare le altre barriere, quali l’integrazione (sia a livello organizzativo che tecnico e dei dati), la creazione di una cultura digitale (sia tra gli operatori sanitari che tra i cittadini/pazienti) e la formazione di competenze specifiche che permettano di utilizzare le tecnologie e gli strumenti che la sanità connessa ci può offrire.
Niente più alibi: le risorse ci sono
Grazie al PNRR, le risorse ci sono e le tecnologie, già oggi, sono mature. Ci sono quindi gli ingredienti per uscire dall’alveo delle sperimentazioni e dei progetti pilota e per arricchire e modernizzare le architetture dei sistemi di sanità digitale.
Con le risorse stanziate, in particolare con la Missione 6 Salute del PNRR, sarà possibile assicurare a Regioni e Aziende sanitarie il cambiamento digitale necessario per far fronte alla modificata domanda di salute che viene dai cittadini attraverso l’adozione di servizi digitali end to end, dalla fase di impostazione strategica fino alla messa in esercizio degli stessi.
L’importanza della formazione e dell’infrastruttura tecnologica
Inoltre, perché l’occasione dell’accelerazione dovuta alla crisi sanitaria non vada persa, sarà necessario lavorare sul change management con il coinvolgimento dei professionisti e dei cittadini. Il cambiamento deve poggiare su un livello di cultura digitale condiviso: la formazione è determinante.
Infine, perché la trasformazione digitale non sia solo transcodifica di processi datati, deve prevedere la revisione di tali processi e, condizione vincolante per il successo, l’adozione di un’infrastruttura tecnologica affidabile, sicura, flessibile e scalabile.
Articolo originariamente pubblicato il 08 Nov 2021