Diritto alla Salute

La Telemedicina per i pazienti fragili

La Telemedicina è una grande opportunità di equità di accesso alle cure che può aumentare l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini, la sostenibilità e l’innovazione del SSN. Per applicarla ai pazienti fragili, tuttavia, servono strumenti tecnologici adeguati e un cambio di passo organizzativo

Pubblicato il 19 Apr 2024

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La Telemedicina offre innumerevoli opportunità e vantaggi per i pazienti fragili e per quelli cronici.

In questo approfondimento su HealthTech360, ad esempio, abbiamo sottolineato come la  Missione 6 del PNRR abbia individuato il subinvestimento “Telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici” incentrato sull’innovazione tecnologica al servizio del paziente.

Telemedicina che è anche – e dovrà esserlo sempre più – garante di inclusione e diritto alla salute.

La Telemedicina, dunque, quale grande opportunità di equità di accesso alle cure che può aumentare il livello di esigibilità del diritto alla salute dei cittadini, la sostenibilità e l’innovazione del Sistema Sanitario Nazionale.

Telemedicina per i pazienti fragili: le sfide da superare

Nel suddetto approfondimento, in particolare in relazione ai pazienti fragili, avevamo sottolineato però anche le difficoltà a “mettere a terra” un’assistenza basata e avvalorata dalla Telemedicina per questa particolare categoria di pazienti.

Occorre sviluppare sistemi di telemedicina per l’assistenza ai pazienti fragili, ultra65enni affetti da una o più patologie croniche (scompenso cardiaco, BPCO e diabete) – aveva affermato al proposito Paolo Cannas, Dg Asl Nuoro e Coord. Laboratorio “Riorganizzazione dei processi e dei modelli – Innovazione” Forum Permanente Dg di Federsanità – garantendo, però, una risposta sanitaria presso i territori di residenza del paziente.

Per sviluppare i sistemi di teleassistenza e telemonitoraggio occorre, però, che questi siano compresi dalla popolazione, ma soprattutto dai dipendenti che li devono applicare.

A livello di management e di decisore politico, ormai c’è consapevolezza diffusa, ma è al livello di middle management e di operatori che occorre intervenire per rendere efficace il cambio di passo organizzativo”.

Il problema dell’adeguatezza degli strumenti tecnologici a domicilio

La popolazione, che pur si dice molto favorevole, proprio tra i soggetti fragili, a far uso di tecnologie eHealth, deve fare i conti con la difficoltà di utilizzo degli strumenti tecnologici forniti a domicilio.

“Pochi, tra i soggetti fragili – come ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità – hanno utilizzato strumenti di eHealth durante la pandemia: meno del 10% ha usufruito di tecnologie di riabilitazione e/o di supporto terapeutico in remoto e, di questi, il 31 % ha riscontrato problemi e difficoltà.

La portata di tali tecnologie è tuttavia chiaramente percepita, tanto che il 90% dei soggetti fragili ritiene che la tecnologia possa essere utile sia durante il periodo emergenziale che, in generale, nel futuro, e il 56% di chi non ha potuto usufruire di tali tecnologie ha espresso un forte desiderio di poter accedere ad esse.

Tuttavia, in più della metà dei casi, gli strumenti tecnologici forniti in dotazione a domicilio non sono stati facilmente fruibili o adeguati alle esigenze.

Telemedicina per i pazienti fragili: un esempio di progetto ambizioso

Per fortuna, le ricadute (previste e auspicate) dei fondi del PNRR, iniziano a vedersi anche nell’ambito dell’uso della telemedicina per i pazienti fragili.

È il caso del Valdarno. Come fa sapere La Nazione, infatti, saranno offerti servizi di telemonitoraggio a favore delle persone anziane non autosufficienti, parzialmente o momentaneamente non autosufficienti in dimissione anticipata assistita, provenienti dagli ospedali del Valdarno aretino e di Arezzo e residenti nell’ATS Valdarno e nell’ATS Aretino. Il comune di Bucine sarà capofila.

“L’attivazione di processi di digitalizzazione in Sanità può migliorare i servizi per la cura e l’assistenza dei pazienti, ottimizzando i costi complessivi – ha affermato al proposto il sindaco di Bucine Nicola Benini -. Grazie ai fondi PNRR […] offriremo un servizio di telemonitoraggio sicuro ed innovativo presso il domicilio del paziente, con l’obiettivo primario di garantire il ritorno sicuro a casa per gli anziani in uscita dagli ospedali, evitando l’istituzionalizzazione e supportando le reti familiari e di vicinato per contrastare l’isolamento sociale”.

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