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Piattaforma Nazionale di Telemedicina: un passo importante per la Sanità digitale in Italia



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Le opportunità offerte dalla telemedicina sono enormi e la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) può fare da volano per coglierle e metterle davvero in pratica. Ma occorre vincere alcune sfide: tra queste, interoperabilità, cybersecurity e capacità di un cambiamento culturale profondo

Pubblicato il 29 apr 2025



Piattaforma Nazionale di Telemedicina

La Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) è un potenziale punto di svolta per la digitalizzazione del sistema sanitario italiano.

Come emerso dall’evento di presentazione della PNT organizzato da Agenas, l’infrastruttura segna l’inizio di una nuova era per l’erogazione dei servizi sanitari.

I servizi abilitanti della Piattaforma Nazionale di Telemedicina

La piattaforma si basa su 4 servizi abilitanti chiave:

  1. un portale pubblico per linee guida e protocolli;
  2. un’area di business glossary;
  3. un gestore delle soluzioni di telemedicina;
  4. un sistema di monitoraggio e reportistica.

Questi elementi sono stati progettati per promuovere l’armonizzazione dei processi, la diffusione di standard internazionali e la condivisione delle migliori pratiche cliniche.

Un aspetto cruciale è la possibilità di pubblicare e condividere linee guida e protocolli in formati leggibili sia dagli esseri umani che dalle macchine, facilitando l’uniformità dei processi e l’identificazione di terminologie comuni per la valutazione degli esiti clinici. Questo approccio consente di sfruttare al massimo le potenzialità delle tecnologie utilizzate, creando un linguaggio comune che genera valore aggiunto per professionisti e cittadini.

PNT: un ecosistema dinamico che promuove la collaborazione

La Piattaforma Nazionale di Telemedicina non si limita a essere un repository di informazioni, ma si configura come un ecosistema dinamico che promuove la collaborazione e l’innovazione.

Il sistema, infatti, permette di disegnare processi di lavoro condivisibili tra le varie Regioni, superando le barriere territoriali e favorendo l’adozione di best practice su scala nazionale. Una vision , questa, che consente di passare da una telemedicina occasionale e basata sulla dedizione volontaristica dei singoli a un sistema codificato e coordinato, capace di adattarsi alle realtà territoriali e alle esigenze specifiche dei pazienti.

L’obiettivo è raggiungere 300mila pazienti entro la fine del 2025, come previsto dal target europeo, con ambizioni che si spingono fino a 800mila pazienti negli anni successivi.

Questi numeri rappresentano un impegno concreto verso una sanità più accessibile, efficiente e centrata sul paziente.

Piattaforma Nazionale di Telemedicina: la sfida dell’interoperabilità

L’interoperabilità è un elemento cardine per il successo della Piattaforma Nazionale di Telemedicina e, più in generale, per l’innovazione del sistema sanitario italiano.

Entro il 2030, infatti, tutti i cittadini europei dovranno avere accesso ai propri dati sanitari attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico. Ciò richiede un livello di interoperabilità senza precedenti, non solo tra sistemi ospedalieri ma anche tra laboratori di analisi e ambulanze, e persino all’interno dello stesso ospedale.

La Piattaforma Nazionale di Telemedicina affronta questa sfida implementando standard tecnici e semantici che consentono lo scambio di dati in tempo reale, superando le limitazioni dei tradizionali flussi informativi.

Interoperabilità che – come sottolineato nell’evento di presentazione della PNT – non è solo una questione tecnica, ma rappresenta un vero e proprio potenziamento dell’interscambio informativo, anticipando e sostenendo le innovazioni future.

La validazione delle soluzioni software di telemedicina

L’interoperabilità si estende anche alla validazione delle soluzioni software di telemedicina. Nel corso del suddetto evento di presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina è stato sottolineato al proposito come il processo di validazione, strutturato in 15 cluster e 100 criteri, miri a garantire la conformità a standard tecnici, funzionali e di processo, razionalizzando le diverse normative in un unico framework.

Questo approccio assicura la cooperazione con l’ecosistema digitale nazionale, ma promuove anche l’adozione di soluzioni conformi a standard internazionali, aprendo la strada a una telemedicina transfrontaliera.

Interoperabilità e cybersecurity

La sfida dell’interoperabilità si intreccia con quella della sicurezza dei dati. L’Europa sta sviluppando un piano di azione per la cybersecurity negli ospedali, focalizzandosi sulla prevenzione e sulla risposta agli attacchi informatici, riconoscendo che la Sanità è uno dei principali bersagli degli hacker. In questo contesto, l’interoperabilità non è solo una questione di efficienza, ma anche di resilienza e sicurezza del sistema sanitario nel suo complesso.

Interoperabilità ed EDS

Nel corso dell’evento è stato anche evidenziato come il nuovo decreto sull’Ecosistema Dati Sanitari (EDS) garantisca una totale interoperabilità, permettendo non solo la lettura di referti tra Regioni diverse, ma anche a livello europeo.

Questo modello federato, che coinvolge Regioni, Aziende Sanitarie e medici curanti, si basa sul principio che i dati generati nell’interazione medico-paziente rimangano nell’ambiente medico di origine, ma siano rintracciabili attraverso un broker, similmente a quanto avviene con Internet.

Piattaforma Nazionale di Telemedicina e collaborazione pubblico-privato

La collaborazione tra settore pubblico e privato è stato (ed è) un elemento importante per la riuscita della Piattaforma Nazionale di Telemedicina e, più in generale, per l’innovazione del sistema sanitario italiano.

Il partenariato pubblico-privato (PPP) che ha portato alla realizzazione della PNT rappresenta, infatti, un modello innovativo di procurement. Questo approccio ha permesso di superare le tradizionali barriere del procurement pubblico, spesso caratterizzato da lentezza e rigidità, favorendo invece un dialogo competitivo e uno scambio di idee tra il mercato e la pubblica amministrazione. Questa collaborazione consentirà di sfruttare al meglio le potenzialità del sistema sanitario italiano, mettendo a disposizione una mole di dati che può portare a un’assistenza più efficace e a nuove opportunità di ricerca.

La partnership, tuttavia, ha dovuto affrontare sfide significative, non solo tecniche ma anche organizzative. La complessità infrastrutturale, la necessità di garantire l’interoperabilità e l’attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati hanno richiesto uno sforzo congiunto e una visione condivisa tra pubblico e privato.

PPP: il contratto di disponibilità

Un aspetto innovativo del modello PPP adottato per la Piattaforma Nazionale di Telemedicina è il contratto di disponibilità: esso lega i pagamenti alle performance effettive del sistema, introducendo un elemento di responsabilità e incentivo all’efficienza. Questo approccio, come sottolineato nell’evento, rappresenta una delle grandi sfide che il procurement innovativo porta su progetti ad alta innovazione, non solo tecnologica ma anche organizzativa e di processo.

La collaborazione pubblico-privato si estende anche alla fase di implementazione e diffusione della telemedicina sul territorio. Ciò mira a rendere la telemedicina sostenibile nel lungo periodo, integrando le nuove modalità di erogazione dei servizi nel tessuto organizzativo ed economico del sistema sanitario regionale.

La suddetta collaborazione si estende anche alla formazione e al coinvolgimento dei professionisti sanitari, elemento cruciale per il successo dell’iniziativa. Come emerso dal convegno di presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, la sfida non è solo tecnologica ma anche culturale e richiede un cambio di paradigma nella pratica medica e nell’organizzazione dei servizi sanitari.

Le sfide nell’implementazione della telemedicina in Italia

L’evento di presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina è stata anche l’occasione per confrontarsi sull’implementazione della telemedicina in Italia e sulle sfide significative, ma anche sulle opportunità senza precedenti, che si prospettano per il miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale.

Una delle principali sfide sottolineate è la necessità di un cambiamento culturale profondo.
Il progetto di telemedicina sotteso dalla PNT, è stato osservato, non si esaurisce con il PNRR, ma richiede anni per vedere risultati tangibili. Questo implica la necessità di mantenere un impegno a lungo termine, ben oltre i target immediati del PNRR, per integrare pienamente la telemedicina nelle pratiche sanitarie quotidiane.

La gestione del cambiamento è un aspetto critico e richiede non solo l’adozione di nuove tecnologie ma anche una revisione dei processi organizzativi e delle modalità di erogazione dei servizi.

Un’altra sfida significativa sottolineata nell’evento riguarda l’equità nell’accesso ai servizi di telemedicina. Essa, infatti, deve essere uno strumento per ridurre le disparità territoriali.

La sicurezza e la privacy dei dati rappresentano un’altra area di preoccupazione. A tal proposito, nel corso dell’evento di presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina è stato sottolineata l’importanza di sviluppare un piano di lavoro per la cybersecurity negli ospedali, riconoscendo che la Sanità è uno dei principali bersagli degli attacchi informatici.

Piattaforma Nazionale e futuro della telemedicina in Italia

Al di là delle sfide, le opportunità offerte dalla telemedicina sono enormi e sono state sottolineate anche nel corso della presentazione della PNT. Tra queste, la possibilità che questa tecnologia riesca ad abilitare nuovi scenari di cura, come ad esempio il teleconsulto tra medici di medicina generale e specialisti ospedalieri, migliorando significativamente la gestione dei pazienti sul territorio. Ciò potrebbe portare a una riduzione degli accessi ospedalieri non necessari e a una migliore continuità assistenziale.

La telemedicina offre anche l’opportunità di migliorare la raccolta e l’analisi dei dati sanitari su larga scala. Come evidenziato nell’evento, l’integrazione tra il Fascicolo Sanitario Elettronico, la telemedicina e l’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare sia l’assistenza sanitaria che la ricerca medica, permettendo analisi predittive e personalizzazione delle cure.

Infine, la telemedicina si presenta come un potenziale volano per l’innovazione e lo sviluppo economico. Il progetto della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, al proposito, sta già attirando l’attenzione internazionale: l’ambizione è posizionare l’Italia come leader in questo settore.
Ciò, ovviamente, potrebbe tradursi in opportunità di export per le soluzioni italiane di telemedicina e in un rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale a livello europeo e globale.

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