Data Driven Health

Healthcare & Life Science: il futuro è nei dati

Le aziende li considerano sempre più come asset. Perché siano davvero una leva di crescita e competitività, però, è di fondamentale importanza la loro interconnessione ed interoperabilità anche attraverso l’abbattimento dei silos

Pubblicato il 27 Gen 2023

Healthcare-Life-Science-dati

Sanità guidata dai dati, dati che salvano vite, dati come pilastro della Connected Care, importanza e valore delle tecnologie digitali con un approccio data-driven in Sanità.
Quelli legati alla Data Driven Health e, più in generale, al valore dei dati in ambito Healthcare & Life Science – sono temi cruciali che affrontiamo spesso, qui su HealthTech360.
Oltre agli enormi vantaggi per il servizio sanitario di una corretta gestione dei dati in Medicina e Salute e, più in generale, a quelli del riuso degli Health Big Data e all’importanza di condividerli, abbiamo visto di recente come, addirittura, alla base della cattura di Matteo Messina Denaro vi siano stati proprio i suoi dati sanitari.

Ma perché, nel settore Healthcare & Life Science, i dati sono così importanti?

Healthcare & Life Science: il ruolo cruciale dei dati

Uno dei motivi dell’importanza chiave dei dati nel settore Healthcare & Life Science – come spiegato in questo approfondimento di HealthTech360 in collaborazione con gli esperti dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano – è che la trasformazione digitale nel nostro Paese, guidata anche dalle riforme e dagli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sta consentendo di far evolvere il sistema Salute sempre più verso un modello di Connected Care basato sull’utilizzo pervasivo delle tecnologie digitali e sulla raccolta e valorizzazione dei dati.
Tali dati possono essere, infatti, fondamentali per supportare le decisioni e le attività dei vari attori dell’ecosistema, come i professionisti sanitari o gli stessi pazienti.
E – come sappiamo – il PNNR  ha dedicato  risorse specifiche agli strumenti che supportano la raccolta, gestione e valorizzazione dei dati in sanità (1,67 miliardi di euro).

I vantaggi di un approccio data driven

Le tecnologie digitali basate sulla valorizzazione dei dati potrebbero far risparmiare ingenti risorse al sistema sanitario.
I vantaggi attesi – ne abbiamo parlato in questo approfondimento – sarebbero molti.

In particolare, potrebbero beneficiarne:

  • i pazienti, che non solo usufruirebbero di una migliore organizzazione dell’assistenza sanitaria (che diverrebbe quindi più snella, accessibile e senza ritardi), ma sarebbero anche protetti da rischi derivanti da prestazioni non necessarie poiché non appropriate
  • i medici, che da una migliore organizzazione del lavoro, volto a garantire una continuità di cura con il supporto di sistemi tecnologici data driven, trarrebbero i benefici di un ottimale coordinamento tra diverse professionalità, con abbattimento dei silos e snellimento del carico di lavoro.
  • le organizzazioni sanitarie, che potrebbero offrire cure di qualità superiore e più sicure in un ambiente più efficiente, evitando sprechi di risorse da poter investire in innovazione e sviluppo
  • il Sistema Sanitario Nazionale, che da una maggiore appropriatezza delle prestazioni ospedaliere e da un corretto funzionamento dei percorsi integrati ricaverebbe, tra l’altro, risorse utili a futuri investimenti in ricerca e sviluppo.

I dati al centro dell’innovazione in Sanità

Ma come rimodellare l’assistenza sanitaria e sociale con i dati e come utilizzarli e valorizzarli  affinché possano guidare l’innovazione in ambito Healthcare & Life Science?
Secondo il documento “I dati salvano vite” – vero e proprio piano strategico di Data driven Health – per fare davvero innovazione in Sanità attraverso i dati e capitalizzarne il loro valore per costruire un futuro migliore per la nostra Salute, è necessario:

  • Migliorare la fiducia nell’uso dei dati da parte del sistema sanitario e assistenziale
  • Fornire agli operatori sanitari e assistenziali le informazioni di cui hanno bisogno per offrire la migliore assistenza possibile
  • Migliorare i dati per l’assistenza sociale degli adulti
  • Supportare i decisori locali e nazionali con i dati
  • Fornire ai ricercatori i dati di cui hanno bisogno per sviluppare trattamenti, diagnostica e modelli di cura che cambiano la vita
  • Lavorare con i partner per sviluppare innovazioni che migliorino la salute e l’assistenza
  • Sviluppare la giusta infrastruttura tecnica.

I vantaggi del riuso dei dati sanitari

Da una medicina sempre più personalizzata a scelte diagnostiche e terapeutiche migliori, dalla riduzione della spesa sanitaria fino alla predizione e alla prevenzione delle pandemie: il riuso di grandi quantità di dati sanitari, cioè dei cosiddetti Health Big Data, che comprendono informazioni cliniche, epidemiologiche, genomiche e molecolari disponibili nei database delle organizzazioni sanitarie, comporta grandi vantaggi.

Gli Health Big Data, infatti, consentono di:

  • Controllare rapidamente e concretamente l’erogazione dei servizi sanitari
  • Adattare i percorsi di cura alle esigenze dei singoli pazienti, anche nell’ottica di una medicina sempre più personalizzata
  • Supportare il processo decisionale clinico condiviso, orientando le scelte diagnostiche e terapeutiche in base alle evidenze scientifiche
  • Ideare e realizzare nuovi modi di utilizzare i dati esistenti ed estrarre i dati futuri avvalendosi di algoritmi e infrastrutture informatiche innovative
  • Ridurre la spesa associata all’assistenza sanitaria
  • Predire e prevenire futuri episodi di interesse sanitario come, ad esempio, le pandemie.

Healthcare e Life Science: dati interconnessi per collaborare abbattendo i silos

Nel contesto appena analizzato, s’inserisce l’interessante previsione degli esperti di Veeva riguardo la Ricerca e Sviluppo del settore Life Science.

“I dati interconnessi diventeranno la linfa vitale che consentirà ai professionisti di collaborare in modo efficiente ed efficace nel 2023” – si legge in un articolo a firma diffuso dall’azienda.

“Il lancio di un nuovo farmaco ha sempre comportato interrogativi e la pandemia ha aumentato le incognite al riguardo – afferma Chris Moore, Presidente, Veeva Europe – .
Le aziende emergenti e di medie dimensioni che lanciano prodotti in Europa si trovano inoltre a navigare in un ecosistema sanitario complesso e fragile a causa delle pressioni normative e sui costi. Senza margine di errore, i professionisti dovranno ripensare la loro strategia dei dati per svelare rapidamente il potenziale clinico ed economico.
Nel 2023, le aziende di successo saranno più attente alle modalità di accesso, gestione e apprendimento dei dati prima del lancio di un prodotto. Nella R&S, la responsabilità dei dati sarà fondamentale per comprendere il panorama del mercato il più rapidamente possibile”.

Il ruolo dei dati nello sviluppo dei farmaci

“La disponibilità di dati connessi lungo tutto il ciclo di vita dello sviluppo dei farmaci – sostiene Jim Reilly, VP, Development Cloud Strategy di Veeva – consentirà alle diverse funzioni di coordinare le proprie decisioni, mentre un sistema tecnologico comune eliminerà la duplicazione dei dati acquisiti e l’inefficienza dei processi. I flussi di lavoro automatizzati, il riutilizzo dei dati, la condivisione della relativa formazione e un’esperienza tecnologica più semplice aiuteranno le aziende ad adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni di mercato e a fornire prodotti al pubblico in modo più efficiente”.

Healthcare & Life Science: dati, aziende e richieste del paziente

“Anche con la tecnologia che facilita la raccolta di dati da fonti diverse, le aziende fanno ancora fatica a gestire su scala i dati non convenzionali – sottolinea Richard Young, VP, Strategia, Vault CDMS – . Nel 2023, il volume di dati raccolti dai pazienti aumenterà, fino a sfiorare livelli di invasività (…). Le aziende leader aiuteranno i pazienti a capire come i loro dati contribuiscano al bene comune e forniranno loro l’accesso in tempo reale ai propri dati sulla salute nel corso degli studi”.

Aziende Medtech: dati e problemi di privacy

“Le aziende del settore medtech – dice Seth J. Goldenberg, Ph.D., VP, Vault MedTech – si stanno attualmente concentrando su una maggiore efficienza, ma nel 2023 dovranno raddoppiare il loro impegno per rimanere competitive (…). Le aziende sono nella posizione migliore per avere successo se riescono a utilizzare i dati raccolti dai dispositivi medici connessi, dalle applicazioni di integrazione e da altri software per migliorare il percorso del cliente. Tuttavia, dato che la FDA probabilmente aggiornerà il quadro normativo per l’utilizzo del software nella diagnosi medica, le strategie sui dati devono trovare un equilibrio tra la capacità di innovazione dei clienti e i potenziali problemi di privacy”.

Healthcare & Life Science: dati e compliance normativa

“La crescente pressione normativa porterà ad adottare approcci ai dati più semplici e connessi, che consentano alle aziende di garantire la conformità a livello globale (…).
Nel 2023, un numero maggiore di aziende si concentrerà sullo sviluppo dei sistemi, delle infrastrutture e delle competenze necessarie per lavorare con le richieste basate sui dati. Uno sforzo tutt’altro che banale, che richiederà un modello operativo completamente nuovo e un cambiamento organizzativo significativo”, fa notare Marc Gabriel, VP, Veeva Vault RIM.

Non solo dati di farmacovigilanza

“Nel 2023, le aziende si focalizzeranno al di là dei dati di farmacovigilanza e includeranno tutti i contenuti e i documenti che ne derivano (…). Disporre di un’unica fonte di conoscenza non solo per i dati ma anche per i documenti e i contenuti – osserva Kelly Traverso, VP, Veeva Vault Safety Strategy and Consulting – consentirà una maggiore condivisione e revisione dei materiali in tempo reale.
Poiché la sfera di influenza della farmacovigilanza aumenta, questo approccio metterà la gestione e il controllo dei flussi di contenuti direttamente nelle mani della stessa.
Ne deriveranno decisioni migliori, più rapide e più informate, non solo nell’ambito della farmacovigilanza, ma anche nelle aree in cui la farmacovigilanza collabora con le funzioni di qualità, cliniche e regolatorie”, conclude Traverso.

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