Healthcare interoperability

FHIR, lo standard per condividere i dati sanitari

FHIR (Fast Healthcare Interoperability Resource) si sta rapidamente diffondendo nel mondo sanitario grazie alla flessibilità e la facilità con cui è possibile consultare dati e documenti. Questo standard è stato prescelto per il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE 2.0) e la Piattaforma Nazionale di Telemedicina. InterSystems lo sta utilizzando in diversi progetti regionali, tra cui in Lombardia

Pubblicato il 07 Apr 2023

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Lo standard FHIR sarà finalmente l’esperanto per i dati in ambito sanitario come lo è stato il PDF per i documenti?
La riposta, oggi, non può essere certa, ma ci sono tutti i presupposti affinché, finalmente, si possa accedere alle informazioni sanitarie potendo condividere i dati tra le strutture sanitarie, indipendentemente dal loro formato originale.

Dati disomogenei e distribuiti

Da sempre, uno dei problemi più sentiti nell’ambito sanitario è la condivisione dei dati, la possibilità di reperire tutte le informazioni di un paziente, di una determinata situazione critica o anche di una pandemia. Troppo spesso, invece, succede ancora oggi che, nonostante i svariati processi di digitalizzazione avviati, i dati sanitari siano distribuiti in diversi siti con formati differenti.

Prima di FHIR i dati sanitari venivano “scambiati” attraverso messaggi che il sistema che li acquisiva o li trattava trasmetteva a tutti i sistemi che potenzialmente ne erano interessati.
Al verificarsi di particolari “eventi”, ad esempio l’accettazione di una persona in ospedale, partiva un messaggio a tutti i sistemi che potevano gestire processi amministrativi, diagnostici o clinici sul paziente (esami di laboratorio, radiografie, sale operatorie e così via).
Questa logica, basata sullo standard HL7 versione 2, è ancora oggi impiegata nei sistemi informativi ospedalieri e in quelli territoriali.

Con l’ampliarsi dei confini entro cui viene svolta l’assistenza sanitaria – che oggi comprende anche il domicilio del paziente e una serie di strutture pubbliche e private che sono “fuori” dalla rete dei singoli ospedali o ASL – nonché con la diffusione di app e dispositivi medici connessi, la logica di HL7 versione 2 (scambio di messaggi al verificarsi di eventi) non era più sufficiente per garantire la condivisione dei dati sanitari.

FHIR, un progetto lungo 10 anni

Circa dieci anni fa, all’interno dell’organizzazione Health Level 7, responsabile della standardizzazione dei dati sanitari a livello mondiale, è stata istituita una task force per affrontare il problema di connettere i dati distribuiti tra sistemi e strutture sanitarie differenti. È stato quindi chiesto alla task force di definire un nuovo standard partendo da zero, progetto che ha preso il nome di FHIR (acronimo di Fast Healthcare Interoperability Resource). Il cuore è costituito da un modello di dati sanitari che definisce gli elementi propri dei diversi ambiti, come il piano di cura del paziente, l’osservazione del suo stato di salute o gli esiti degli esami di laboratorio.

Consultare i dati in tempo reale, quando serve, senza sapere dove si trovano

“Lo standard FHIR – afferma Roberto Castelli, Business Development Manager di InterSystems Italia – ha definito i diversi concetti necessari per richiedere i dati a un server e poter vedere tali dati in tempo reale da una qualunque postazione, come ad esempio il proprio computer, come accade, per esempio, con i siti web di viaggi o altre applicazioni Internet”.

FHIR è stato progettato per consentire ai medici e ad altri operatori sanitari di accedere ai dati presenti in più sistemi senza dover sapere come questi sistemi li memorizzano.

“Questo processo avviene in modo sicuro – precisa Roberto Castelli – potendo cercare e accedere a determinati dati solo con i permessi e il consenso appropriati”.

La prima versione di FHIR è stata pubblicata 10 anni fa e ogni release successiva ha ampliato il proprio perimetro permettendo di gestire maggiori tipologie di dati.

“I concetti di base dell’assistenza sanitaria sono già presenti nella versione attuale dello standard – sottolinea Castelli –, mentre altri concetti come la genomica, il monitoraggio remoto avanzato e la pianificazione delle cure sono ancora in fase di sviluppo. Fanno parte dello standard FHIR, ma vengono costantemente migliorati”.

La Lombardia all’avanguardia nell’uso di FHIR

“In Lombardia stiamo seguendo alcuni progetti, in qualità di partner di ARIA S.p.A.- inhouse di Regione Lombardia – con la collaborazione di Healthy Reply – afferma Davide Marescotti, Solution Architect di InterSystems. Il primo riguarda l’assistenza post-ospedaliera, ovvero la gestione di un paziente dopo che è stato dimesso da un ospedale, per esempio, mediante le procedure per l’accesso ad un centro di cura di secondo livello.

A questo si collega un’ulteriore attività volta a rendere più efficiente ed efficace il processo di presa in carico di un assistito, che prevede l’attivazione di un percorso di assistenza domiciliare e l’erogazione dei relativi servizi e cure”.

Il progetto prevede di raccogliere le informazioni dalle strutture sanitarie lombarde, archiviarle secondo lo standard HL7 FHIR e renderle fruibili sempre tramite lo stesso formalismo.

“Per avere la situazione ottimale – evidenzia Marescotti – tutti gli ospedali coinvolti dovrebbero essere in grado di utilizzare FHIR. Al momento, non tutte le strutture coinvolte sono ancora pronte. Quindi, le informazioni vengono raccolte nel formato in cui sono memorizzate localmente e trasformate in FHIR dalla Nuova Piattaforma Regionale di Integrazione, basata su tecnologia InterSystems, così da essere poi condivise con gli altri sistemi informativi (ad esempio, con l’Assistenza Domiciliare Integrata).

Successivamente, sulla base dei dati raccolti, viene abilitato un cruscotto digitale di controllo che fornisce l’intelligenza dei processi: dalle regole di instradamento all’orchestrazione dei messaggi di interscambio per coordinare il flusso dei dati e creare dei percorsi ad hoc per il paziente”.

Tra le potenzialità di questo nuovo protocollo vi sono soprattutto la sua versatilità per le nuove tecnologie, sia per quanto riguarda la sicurezza sia per le modalità di rappresentazione delle informazioni e la capacità di mettere a disposizione diversi paradigmi per lo scambio di dati.

Regione Lombardia, per il tramite di ARIA S.p.A. suo partner strategico, ha avviato un altro progetto sempre basato sullo standard FHIR che ha l’obiettivo di garantire la prossimità di cura da parte del cittadino valorizzando la capacità produttiva e specializzata delle strutture eroganti di Enti Sanitari Pubblici e Privati Accreditati, partendo dalla gestione digitale della rete di circa 130 laboratori. Tramite FHIR, il progetto prevede di realizzare un servizio regionale in grado di raccogliere le richieste di prestazione da enti e laboratori, definire i laboratori di esecuzione degli esami secondo un opportuno motore di regole, gestire il ritorno degli esami in formato strutturato e monitorare i carichi di lavoro dei laboratori.

L’obiettivo di ARIA e Regione Lombardia è, attraverso l’adozione ed utilizzo capillare di questo standard, creare una fitta rete di interoperabilità per tutti i sistemi e applicativi che operano nel contesto sanitario. In questo modo si riuscirà a garantire al cittadino un maggior livello di assistenza, di qualità e prossimità di cura.
I vantaggi saranno molteplici anche a livello di governance del sistema sanitario e di ricerca, poiché si potrà estrarre valore da una base dati standardizzata e sempre più ricca, anche a livello nazionale.

FHIR standard nazionale per l’interoperabilità

Proprio in quest’ottica di rapida e crescente adozione del protocollo FHIR, il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della transizione Digitale sta lavorando all’implementazione del progetto del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 che prevede un Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS) che sarà basato su questo standard.

Anche la nuova Piattaforma Nazionale di Telemedicina, per la cui realizzazione Agenas ha indetto una gara per Partenariato Pubblico Privato, sarà basata su FHIR che verrà impiegato per la condivisione dei dati con l’EDS del FSE 2.0 e con i sistemi regionali di telemedicina.

Un’opportunità per sviluppatori e ISV

La scelta di FHIR come standard a livello nazionale per la condivisione dei dati sanitari determina l’esigenza di nuove applicazioni che usino tale formato o la necessità di tradurre “vecchi dati” o di “convertire” il paradigma di integrazione basato sullo scambio di messaggi nel nuovo standard.

“InterSystems non solo realizza piattaforme e server basati su FHIR – sottolinea Roberto Castelli –, ma può offrire agli sviluppatori o ad altri ISV la possibilità di realizzare software o applicazioni mobili che abbiano FHIR incorporato in modo che possano dialogare attraverso questo standard”.

Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con InterSystems

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