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Innovazione digitale in Sanità e nel Pharma: stato dell’arte e trend di sviluppo

Qual è il livello di adozione e il grado di consapevolezza delle tecnologie digitali nelle aziende italiane che operano nel settore sanitario? Per quali obiettivi prevedono di utilizzare Intelligenza Artificiale e Big Data? Con quali strumenti pensano di gestire, valorizzare ed archiviare in modo sicuro ed efficiente i dati sanitari? La risposta a queste domande in una survey esclusiva

Pubblicato il 25 Gen 2022

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Tutti concordano sul fatto che il digitale sia sempre più pervasivo nel contesto sanitario, a supporto dei processi di cura e assistenza e come fattore abilitante per le trasformazioni organizzative a cui il nostro Sistema sta andando incontro. Tra gli attori del Sistema ci sono però differenti percezioni su quelli che saranno gli ambiti di innovazione e i trend che avranno il maggior impatto nel prossimo futuro.

Obiettivi della ricerca

Digital360 – in collaborazione con Pure Storage – ha condotto una survey esclusiva con l’obiettivo di “misurare” il livello di adozione e il grado di consapevolezza delle tecnologie digitali nelle aziende italiane che operano nel settore sanitario.
A tal fine, ha sottoposto ai rappresentanti delle aziende sanitarie e agli attori del mondo industriale, in particolare ai referenti delle aziende farmaceutiche e dei produttori di dispositivi sanitari, una serie di domande atte ad indagare l’uso (e le previsioni di utilizzo) delle tecnologie digitali che abilitano l’innovazione in Sanità. Tra queste:

  • gli ambiti di innovazione che avranno un maggior impatto sul settore sanitario nei prossimi 5 anni
  • impostazione data driven: importanza della raccolta, gestione e analisi dei dati
  • uso di Intelligenza Artificiale e Big data per gestire e valorizzare i dati raccolti e prodotti
  • esigenza di gestione “smart” dei dati: velocità, performance, affidabilità
  • barriere allo sviluppo di soluzioni di Analystics e Big Data per la piena valorizzazione dei dati
  • principali motivazioni per l’adozione di tecnologie Cloud e data storage
  • strategie di difesa per il rischio di perdita dei dati a causa di attacchi di tipo ransomware
  • importanza di un sistema di data storage scalabile, flessibile e capace di adattarsi alle contingenze
  • Pharma: offerta di prodotti (farmaci, dispositivi…) completata da servizi digitali di supporto alla loro erogazione/fruizione

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Parola d’ordine: valorizzare i dati

Al di là della diversa focalizzazione sulle priorità future, il tema dei dati e della loro valorizzazione è ritenuto di estrema rilevanza già nel contesto attuale. Il 100% del campione di rispondenti, infatti, ritiene sia importante (e il 64%, addirittura, estremamente essenziale) che la propria organizzazione si doti di adeguati strumenti per la raccolta, gestione e analisi dei dati.
Percentuali analoghe sono osservabili anche se si analizza l’importanza riguardante l’utilizzo di soluzioni di Intelligenza Artificiale e Big Data come strumenti e metodologie per valorizzare i dati raccolti e prodotti nella propria organizzazione.

I dati che si vorrebbe fossero gestiti in modo “Smart” – ossia, al tempo stesso, più veloce, performante e affidabile – e su cui sviluppare soluzioni di Intelligenza Artificiale, sono principalmente di due tipologie: da un lato, quelli delle cartelle cliniche elettroniche dei pazienti (90%), dall’altro i dati amministrativi ad uso interno all’organizzazione (ad esempio, quelli legati all’elaborazione delle buste paga, le fatture elettroniche e via dicendo).

Analytics e Big Data: le barriere

Dall’indagine condotta, emerge un fattore evidente come principale barriera allo sviluppo di soluzioni di Analytics e Big Data, e cioè la mancanza di competenze interne e la scarsa predisposizione culturale nel condividere informazioni, individuata come principale  barriera dal 56% del campione di rispondenti.
La seconda barriera più importante è legata alla presenza di infrastrutture tecnologiche poco performanti (20% dei rispondenti): gli aspetti di natura infrastrutturale sono, infatti, troppo spesso dati per scontato, mentre rappresentano un fattore fondamentale per abilitare progetti di innovazione che facciano leva su  tecnologie evolute e sulla necessità di raccogliere ed analizzare grandi moli di dati.

Perché il Cloud in Sanità

Il principale motivo che spinge le aziende sanitarie verso l’adozione del Cloud (55%) è legato alla possibilità di accesso in tempo reale, contemporaneo e condiviso (quindi, veloce e performante) a tutti i dati sanitari (cartelle cliniche elettroniche, imaging diagnostico dei pazienti, dati interni amministrativi e contabili, ecc.) per tutta l’organizzazione e da qualsiasi dispositivo.
Rilevanti risultano anche i fattori legati alla maggior possibilità di ripristino dei dati (disaster recovery) e alla garanzia della continuità operativa anche in caso di perdita accidentale dei dati o a seguito di attacchi informatici e il fattore economico legato alla riduzione dei costi che il Cloud consente rispetto a metodi di archiviazione tradizionali.

Ransomware: aziende pronte a ripristinare i dati?

Nonostante le pur indispensabili strategie di prevenzione e di difesa dagli attacchi, nessuna di esse è infallibile. Le organizzazioni che lavorano con dati sanitari, quindi, devono tenersi pronte all’evenienza di non riuscire a evitare che un attacco hacker abbia successo e predisporre, pertanto, sistemi di disaster recovery per riuscire a ripristinare sempre e comunque i dati persi.

Soltanto una su cinque circa delle organizzazioni sanitarie rispondenti all’indagine (22%), però, è cosciente dell’esigenza di “farsi trovare comunque pronti nel recuperare i dati (disaster recovery) a seguito di un attacco” che non si è riusciti ad evitare con le “classiche strategie di sicurezza”.

Storage: fattore abilitante per Sanità e Pharma

La Sanità ha un bisogno crescente di archiviazione e conservazione efficiente di dati: diagnostica per immagini, cartella clinica elettronica, fascicolo sanitario elettronico sono alcuni esempi della ingente quantità di informazioni che le strutture sanitarie devono gestire tutti i giorni.
Esigenza, questa, assai sentita anche dal Pharma, settore che ha sempre più l’esigenza di tracciare l’intera supply chain del processo di lavorazione del farmaco.
Non è da meno il settore dei dispositivi medici: basti pensare alla mole impressionante di dati generata dai dispositivi wearables per il controllo remoto dei pazienti.
La sfida della conservazione dei dati oggi, però, non è quella dello spazio più o meno grande a disposizione per memorizzarli. In un ambito soggetto a cambiamenti di scenario repentini come quello sanitario (la pandemia da Covid-19 è un esempio recente), il valore dei dati è strettamente connesso alla facilità con cui si riesce ad accedervi in maniera veloce e performante (esigenza che emerge chiaramente dai rispondenti del mondo Sanità più attenti all’innovazione digitale) e all’essere scalabile e flessibile del sistema di data storage, ossia alla capacità di quest’ultimo di “adattare le proprie prestazioni, risorse e funzionalità in base alle necessità del momento”. Caratteristica – quest’ultima – la cui importanza è emersa dalla totalità (100%) delle aziende sanitarie e farmaceutiche che hanno risposto all’indagine, a testimonianza di come tali realtà ritengano lo storage sempre più quale fattore abilitante per le proprie strategie organizzative e di business.

 Pharma sempre più beyond the pill

Il mondo del Pharma non è più soltanto produzione del farmaco (materie prime – dispensing – confezionamento). Le aziende farmaceutiche stanno abbracciando sempre più una vision e un modello di business ispirati al paradigma del cosiddetto beyond the pill, approccio paziente-centrico che si avvale di soluzioni digitali capaci di seguire i pazienti e l’evoluzione terapeutica del farmaco ben “oltre il bugiardino”, raccogliendo e analizzando i dati di utilizzo e gli outcome del farmaco provenienti dagli stessi pazienti, dai medici e dalle strutture sanitarie.

Orientamento, quello appena descritto, che emerge in maniera decisa dai rispondenti all’indagine, secondo i quali, praticamente nella totalità dei casi (96%), è importante per la propria azienda farmaceutica che “l’offerta di prodotti (farmaci, dispositivi…) sia affiancata e completata da servizi digitali di supporto alla loro erogazione/fruizione (app per misurare l’aderenza terapeutica, condivisione di informazioni…)”.

 Cosa emerge dalla ricerca

La survey pone in luce come il tema dell’innovazione digitale in sanità sia complesso e sfaccettato e come ogni attore, in funzione del proprio punto di osservazione, veda come interessanti e prioritari elementi differenti.
Nello specifico, le aziende sanitarie mostrano la necessità di focalizzarsi su aspetti core dell’attività clinica ospedaliera (Cartella Clinica Elettronica) e di integrazione ospedale-territorio (Telemedicina), al fine di dotarsi di adeguati strumenti che consentano di rispondere alla sempre più alta e complessa domanda di servizi e assistenza.

Le aziende del Pharma e dei dispositivi sanitari, invece, sembrano guardare più al futuro e al ruolo che la tecnologia può avere per abilitare nuovi modelli di analisi e valorizzazione dei dati, oltre che porre grande attenzione ai temi legati alla sicurezza informatica e alla compliance in termini di protezione dei dati.

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