La necessità di fornire alla medicina generale l’input per la verifica dell’appropriatezza d’uso dei farmaci prescritti. Questo è il motivo che ha indotto il Dipartimento farmaceutico dell’AOU-AUSL di Ferrara, ad avviare un progetto che consentisse di valutare l’appropriatezza prescrittiva correlando l’utilizzo dei farmaci con una serie di informazioni cliniche di solito non comprese all’interno dei database gestiti normalmente dalla farmaceutica.
“Il progetto prende spunto dal rapporto OsMed che per la prima volta nel 2015 ha iniziato a fare una tale valutazione – precisa Anna Marra, Direttore del Dipartimento Farmaceutico –. Noi abbiamo provato a sviluppare la stessa idea in ambito locale”.
In tal senso, sono state raccolte le erogazioni di farmaci, effettuate dalle farmacie convenzionate e prescritti dai Medici di Medicina generale della provincia di Ferrara e sono stati definiti alcuni indicatori inerenti alle categorie terapeutiche da monitorare con i possibili parametri e dati relativi disponibili in altre fonti informative, quali per esempio particolari condizioni cliniche che consentono la concedibilità a carico SSN di taluni farmaci come ad esempio le note prescrizione AIFA.
L’obiettivo non è di fornire un consiglio, perché i report sono redatti sempre a posteriori analizzando le prescrizioni di un trimestre e correlando a dati clinici al fine di verificare l’appropriatezza prescrittiva. Qualora la performance non fosse aderente al target individuato per lo specifico indicatore, è offerta la possibilità di migliorare la prescrizione oppure di rivederla per alcuni pazienti. “Questo perché accanto a puro indicatore il report fornisce i nominativi degli assistiti fuori target per quello specifico medico – sottolinea Marra –, che così può effettuare una revisione della terapia per verificare se sussistono ancora le condizioni che comprovano l’appropriatezza prescrittiva”.
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Il caso degli antibiotici
Questo è stato il punto di partenza, ma nel tempo il progetto è evoluto. Nel 2022 l’organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato l’AWaRe Book, una classificazione degli antibiotici sulla base dell’opportunità di utilizzo in relazione alla possibilità di sviluppare resistenza. In pratica, gli antibiotici sono divisi in tre gruppi: quelli di prima linea (access), quelli che dovrebbero essere utilizzati in seconda istanza (watch) e quelli che dovrebbero essere prescritti solo da consulenti infettivologici (reserve).
“Alla luce di questa classificazione, abbiamo iniziato a rivedere il consumo degli antibiotici in generale – afferma Marra –. Inizialmente, abbiamo applicato la classificazione al contesto ospedaliero, ma poi l’abbiamo estesa alla nostra medicina generale. Così l’ultimo nato nell’ambito della reportistica clinica permette al medico di medicina generale di sapere se il suo approccio prescrittivo è aderente alle linee guida dell’OMS, cioè, per esempio, se il 60% delle sue prescrizioni si riferisce ad antibiotici access”.
Il problema dei silos di dati
Sorge però un problema: i dati sanitari di norma sono suddivisi in silos, cioè ogni tipo di prestazione, dalla farmaceutica ai ricoveri, dalle esenzioni per patologia agli esami di laboratorio, è sempre stata gestita in modo separato. Per questo, è molto difficoltoso trovare le chiavi che permettono di incrociare per un singolo paziente le informazioni presenti nei vari silos.
“Ogni report ha una sua catena – aggiunge Marra –, nel senso che ogni volta che dobbiamo sviluppare un nuovo report dobbiamo prima capire qual è l’indicatore che vogliamo costruire e quale tipo di analisi vogliamo eseguire. Dopodiché, verifichiamo quali informazioni ci servono e da quali silos informativi devono essere recuperate; definiti i quali identifichiamo le modalità più efficaci per correlare le fonti”.
La creazione e la composizione dei parametri può idealmente essere divisa in due ambiti: il primo, di competenza del farmacista, che porta a definire la metrica in sé e ciò che ci si propone di misurare, e il secondo più rivolto allo sviluppo e all’ attuazione dal punto di vista tecnologico, realizzato in collaborazione con un partner storico dell’AOU/AUSL di Ferrara: Maps Healthcare. “Con Maps Healthcare stabiliamo quali informazioni servono, all’interno di quali fonti dati si trovano e come si collegano tra loro i database – sostiene Marra –. A livello regionale il report rappresenta un’unicità perché correla vari aspetti e viene dato a ogni singolo medico che così riceve un’indicazione sugli assistiti che sono fuori target, rispetto all’obiettivo ed indicatore di appropriatezza definito per quella specifica categoria terapeutica. Questa reportistica va oltre il semplice controllo come storicamente avviene in farmaceutica. Infatti, da una parte fornisce la fotografia di ciò che sta accadendo e dall’altra offre al clinico uno strumento per intervenire e allinearsi al target condiviso a monte. Ed è un target di appropriatezza d’uso”.
Il partner ideale
In realtà, la collaborazione con Maps Healthcare nasce almeno una dozzina di anni fa. Perciò, “avevamo già un rapporto professionale e c’era una frequentazione continua e costante per un confronto. Questo ha sicuramente facilitato l’individuazione di Maps Healthcare come il partner ideale per questa nuova progettualità. Infatti, abbiamo lavorato insieme per trovare le modalità con cui dovevamo procedere. È stato un grande vantaggio aver già condiviso una logica a monte sviluppata in ambito ospedaliero per poi riuscire ad adattarla all’ambito territoriale perché i due ambiti sono regolati da dinamiche del tutto differenti. I report sviluppati per l’ospedale, poi, non prevedono un ritorno al singolo medico perché la logica di governo è diversa da quella della medicina generale”.
Alla base del progetto c’è la piattaforma Clinika di Maps Healthcare che viene utilizzata anche per il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva. Attraverso le informazioni ottenute dai vari database, Clinika crea un report per ogni singolo medico. Il tipo di report e le informazioni che devono essere presenti sono condivisi a monte e sono fornite con cadenza trimestrale al medico di medicina generale.
“La reportistica per singolo medico ha permesso di avere una riduzione della prescrizione di vitamina D del 23% nel solo 2023 a Ferrara – conclude Marra –. Perciò, non solo il report permette ai medici di revisionare le prescrizioni potenzialmente inappropriate sulla base di ciò che viene segnalato, ma ha un effetto importante anche governo farmaceutico da parte della AUSL che così può riuscire a rientrare nei target di prescrizione individuati dalla Regione”.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Maps Healthcare