Intelligenza Artificiale

Chatbot in Sanità: GenAI per la salute pubblica e la sostenibilità del Sistema Sanitario



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L’Intelligenza Artificiale Generativa può essere usata per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie, ridurre le disuguaglianze e aiutare a una migliore comprensione dei fattori di rischio per alcune delle principali è più gravi patologie, contribuendo così ad una maggiore efficienza dell’ecosistema Healthcare

Pubblicato il 3 giu 2024



Chatbot in Sanità - Sarah
SARAH, lo Smart AI Resource Assistant for Health dell’OMS (fonte: WHO)

L’Intelligenza Artificiale Generativa – anche attraverso il suo utilizzo mediante avatar e chatbot in Sanità – può avere un impatto importante per la salute pubblica. Questa tecnologia, infatti, non è solo un catalizzatore di innovazione nel settore Healthcare, ma può rappresentare anche una leva strategica per l’efficienza operativa delle aziende sanitarie e, più in generale, per la sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso e per facilitare l’uguaglianza e l’equità nell’accesso alle informazioni sanitarie.

Efficienza operativa e sostenibilità del Sistema Sanitario

Le aziende sanitarie, ad esempio, si trovano costantemente a dover bilanciare l’offerta di cure di alta qualità con la necessità di contenere i costi. L’AI generativa entra in gioco automatizzando processi amministrativi e clinici che, tradizionalmente, richiedono un elevato dispendio di tempo e risorse.

Dalla gestione della documentazione medica, alla prenotazione delle visite, fino alla stesura di reportistica clinica, sono solo alcune delle attività che possono essere ottimizzate, garantendo così una redistribuzione più efficace delle risorse umane verso attività ad alto valore aggiunto.

Un aspetto cruciale nell’adozione dell’AI generativa è il contributo alla sostenibilità del Sistema Sanitario.
La riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione delle risorse e l’incremento dell’efficienza operativa si traducono in un sistema più resiliente, capace di rispondere in modo flessibile alle esigenze di una popolazione in costante evoluzione.

Chatbot in Sanità: la GenAI per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie

“L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere utilizzata in futuro per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie in modo più interattivo. Invito la comunità di ricerca ad aiutarci a continuare a esplorare come questa tecnologia potrebbe ridurre le disuguaglianze e aiutare le persone ad accedere a informazioni sanitarie aggiornate e affidabili”.

È quanto affermato dal direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in occasione del lancio di SARAH, uno Smart AI Resource Assistant for Health che l’OMS definisce come “prototipo di promotore di salute digitale con una risposta empatica potenziata alimentato dall’Intelligenza Artificiale Generativa”.

SARAH – chiarisce l’OMS – è un assistente di risorse intelligenti per la salute che rappresenta un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale: utilizza nuovi modelli linguistici e tecnologie all’avanguardia e può coinvolgere gli utenti 24 ore al giorno in 8 lingue su molteplici argomenti sanitari e su qualsiasi dispositivo.

Questo chatbot sanitario innovativo ha la capacità di supportare le persone nello sviluppo di una migliore comprensione dei fattori di rischio per alcune delle principali cause di morte nel mondo, tra cui cancro, malattie cardiache, malattie polmonari e diabete. Tra le altre cose, può aiutare le persone ad accedere a informazioni aggiornate su come smettere di fumare, essere attivi, seguire una dieta sana e ridurre lo stress.

Va da sé che la comprensione (e la prevenzione) di patologie ad alto impatto come quelle appena citate non è un vantaggio solo per la salute pubblica ma, anche, per la sostenibilità economica e complessiva di qualsiasi sistema sanitario e delle stesse aziende sanitarie.

Il futuro dei chatbot in Sanità: GenAI e sfide etiche

Sebbene l’Intelligenza Artificiale abbia un enorme potenziale per rafforzare la salute pubblica – sottolinea l’OMS – solleva anche importanti preoccupazioni etiche, tra cui accesso equo, privacy, sicurezza, accuratezza, protezione dei dati e pregiudizi.

In particolare, proprio riguardo ai bias – come sottolineato in questo approfondimento su HealthTech360, i Large Language Models in ambito medico possono perpetuare stereotipi sociali con il rischio di codificare e perpetuare pregiudizi di vario genere contribuendo, peraltro, a produrre iter diagnostico-terapeutici inappropriati.
Questi errori possono avere un impatto dannoso sulle cure mediche, come dimostrato da diversi studi scientifici.

Riguardo ai chatbot in Sanità come quelli in uso ai nostri giorni, proprio in quanto basati sulla GenAI, i suddetti studi hanno messo in evidenza come siano sensibili alla forma e alla scelta della formulazione dei cosiddetti prompt, ossia alla maniera in cui si pongono loro le domande. Anche se è probabile che i futuri sistemi di intelligenza artificiale siano molto meno sensibili al linguaggio preciso utilizzato in un prompt, al momento, essi devono essere sviluppati e testati con cura per produrre i migliori risultati.

Per tali ragioni, osserva l’OMS – sviluppatori, decisori politici e operatori sanitari devono affrontare queste questioni di etica e diritti umani quando sviluppano e distribuiscono l’Intelligenza Artificiale – come nel caso dei chatbot in Sanità – per garantire che tutte le persone possano trarne beneficio.

Proprio in tale ottica – rassicura l’OMS – il progetto SARAH mira all’apprendimento continuo e allo sviluppo di un prototipo che possa ispirare informazioni affidabili, responsabili e accessibili a tutti.

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