Negli ultimi anni, l’uso della tecnologia in ambito sanitario ha subito una rapida evoluzione e una serie di cambiamenti significativi, a partire dall’accelerazione nell’adozione della Telemedicina a supporto dell’assistenza medica a distanza e del monitoraggio remoto dei pazienti.
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Vantaggi per i pazienti e per le strutture sanitarie
L’ausilio di dispositivi tecnologici di nuova generazione, così come il ricorso a piattaforme e applicazioni a supporto della salute, non ha avuto soltanto un impatto positivo per pazienti (in termini di continuità di cura, impatto sociale e ambientale), familiari e caregiver, ma ha generato altresì un ampio ventaglio di vantaggi per le strutture cliniche e ospedaliere, nonché per il personale medico e sanitario che, in tal modo, hanno potuto beneficiare di un sostanziale alleggerimento dei carichi di lavoro, con l’opportunità di dedicarsi ad attività critiche e ad alto valore aggiunto.
Anche tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale, applicata soprattutto alla gestione dei dati e al supporto della diagnosi dei pazienti, hanno registrato un importante incremento.
Ne sono un esempio alcuni algoritmi di apprendimento automatico in grado di analizzare grandi quantità di dati clinici per identificare i pazienti con un maggior rischio di sviluppare complicanze, al fine da migliorare la precisione della diagnosi e – di conseguenza – l’assistenza medica.
Altri algoritmi sono invece utilizzati a supporto della diagnostica per immagini e per le attività di radiologia.
Si è così delineato uno scenario in cui il ricorso alla tecnologia e ad altri strumenti digitali ha aperto la strada alla necessità di fare luce su aspetti altrettanto importanti, a partire dalla protezione dei dati personali, delle informazioni sensibili, nonché della tutela della privacy dei pazienti o di chi si affida a tali tecnologie.
Pazienti cronici e digitale: quali benefici?
La comunicazione attraverso canali digitali tra pazienti cronici, caregiver, medici e operatori sanitari coinvolti nel processo di cura rappresenta un’importante innovazione della pratica clinica moderna, con una serie di vantaggi concreti, a partire da una maggiore accessibilità a informazioni e servizi sanitari.
Attraverso piattaforme o applicazioni i pazienti possono oggi accedere online, da remoto, a dati e servizi, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, con sostanziali benefici in termini di tempo, costi e – di conseguenza – d’impatto ambientale.
La digitalizzazione applicata al contesto sanitario consente altresì un monitoraggio continuativo dello stato di salute e delle cure assistenziali dei pazienti, generando al tempo stesso miglioramenti nella comunicazione medico-paziente, che diventa così più tempestiva e precisa.
Pazienti cronici: la propensione alle tecnologie e al Digitale
I dati di una ricerca condotta nel primo trimestre del 2023 da Doxa Pharma in collaborazione con Qwince (di cui chi scrive è AD) mette in luce proprio la nascita di una nuova consapevolezza legata all’utilizzo della tecnologia in ambiente sanitario.
Infatti, i pazienti – in particolare quelli cronici – si mostrano molto aperti all’utilizzo di strumenti tecnologici, per una media di almeno 4 device posseduti e usati anche dalle face d’età più mature. Risultano attivi anche in termini di navigazione: quasi 9 intervistati su 10 dichiarano di connettersi ad internet tutti i giorni, la restante parte naviga almeno una volta a settimana.
I device più diffusi ed utilizzati sono lo smartphone, posseduto e utilizzato dal 92% dei pazienti, e il computer fisso o portatile (84% dei rispondenti).
Circa 1 intervistato su 5, inoltre, possiede dispositivi di monitoraggio connessi ad una app, quota che cresce tra i pazienti nella fascia d’età 51-60 (27%).
L’88% dei pazienti cronici intervistati ne fa uso quotidiano.
Miglioramento della qualità della vita e tecnologia
Molto spesso, oltre alla malattia e agli effetti fisici della stessa, i pazienti cronici si trovano a dover fare i conti con gli aspetti ad essa collegati, specialmente in termini di impatto sulla qualità della vita: doversi recare dal medico, prenotare le visite, affrontare le liste d’attesa, assumere e prenotare i farmaci, sono solo alcuni dei fattori da considerare, che possono generare sconforto e sfociare in situazioni stressanti sia per i pazienti stessi che per i caregiver.
In particolare, l’impatto della patologia nel suo complesso, seppur mantenendosi su valori piuttosto contenuti, è maggiormente sentito tra gli intervistati più giovani (soprattutto in termini di impatto emotivo), tra chi ha più di tre patologie e nelle aree del sud Italia.
Anche in questo caso, emerge il ruolo centrale della tecnologia a supporto delle fasce d’età più giovani, ma non solo, per mantenere sotto controllo la patologia e tutto ciò che ruota attorno ad essa.
Canali digitali e multicanalità
Per questo tipo di comunicazioni – tra i canali digitali più usati – spiccano e-mail e app di messaggistica istantanea.
Non solo: l’indagine ha messo in evidenza l’attitudine dei pazienti alla multicanalità, per una media di 1,4 canali usati per la comunicazione con medici, specialisti e farmacisti.
Si evince, al tempo stesso, un’importante predisposizione all’utilizzo dei canali digitali in prospettiva futura e la richiesta di poter utilizzare piattaforme progettate a questo scopo, come videoconsulti, condivisione documenti, gestione dei referti, prenotazione farmaci, miglioramento nell’aderenza alle terapie.
L’attenzione alla tutela dei dati sensibili
Sebbene dalla suddetta ricerca emerga una buona propensione all’utilizzo della tecnologia a supporto della propria salute, l’87% dei pazienti cronici intervistati ha dichiarato che un aspetto di fondamentale importanza per promuovere l’uso continuativo nel tempo di tali dispositivi, piattaforme o applicazioni, coincide con la garanzia di sicurezza e del rispetto della privacy. Questo aspetto, insieme alla possibilità di disporre di uno storico delle informazioni clinico-sanitarie personali, sono due dei punti cardine per i pazienti cronici.
Tra gli aspetti meno prioritari per un uso continuativo nel tempo vi sono, invece, la possibilità di accesso anche da parte di un altro parente e/o caregiver (trovata per alcuni non necessaria o non gradita per motivi di privacy), la funzionalità di promemoria e la visualizzazione, anche da parte di terzi, di documenti e referti.
Pazienti cronici e Digitale: la tecnologia metta al centro la persona
In generale, tecnologie e piattaforme in grado di offrire un servizio integrato non solo sono colte positivamente dai pazienti, ma si mostrano anche estremamente utili per facilitare la gestione della cronicità e per migliorarne la qualità della vita, specialmente se in grado di favorire un uso continuo e prolungato nel tempo.
Questo aspetto è particolarmente rilevante se il paziente percepisce l’accesso alle prestazioni con lo stesso livello di attenzione e cura che si avrebbe con la visita in presenza.
È proprio attorno al concetto di “cura” che va focalizzata l’attenzione.
Le tecnologie devono rendere la cura non solo la somma di trattamenti e somministrazioni riferite ad un paziente ma, soprattutto, devono essere capaci di riflettere una condizione soggettiva di sollecitudine e di preoccupazione, di attenzione alla componente umana del paziente.