Sappiamo bene come, in ambito Healthcare, sia sempre più frequente l’impiego di soluzioni basate su realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR) e come queste tecnologie possano portare vantaggi nei settori più disparati della Medicina.
Non stupisce, quindi, che il mercato VR e AR sia tra quelli a più rapida crescita: a livello globale, il giro d’affari è valutato attorno agli 1,8 miliardi di dollari (2021) e si prevede che si espanderà con un CAGR del 27,2% fino al 2028, quando dovrebbe raggiungere il valore di 9,5 miliardi di dollari.
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Esempi di realtà virtuale applicata alla Medicina
In alcuni casi, la realtà virtuale – con l’aiuto dell’intelligenza artificiale – aiuta a prendere decisioni difficili e ad orientarsi su scelte che possono cambiare la vita: ad esempio, di fronte a un possibile intervento chirurgico, a volte ci si trova a un bivio: correrne i rischi o non intervenire. VR e IA, simulando cosa accadrà in futuro, consentono di mettere a confronto le due scelte, optando per quella giusta.
Di recente, la realtà virtuale applicata alla Medicina è stata addirittura oggetto di un esperimento di Telemedicina della NASA nello Spazio: un chirurgo di volo della NASA, infatti, il dottor Josef Schmid, è stato “olotrasportato” sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Un viaggio al centro del cuore
In questi studi ed esperimenti, l’Italia non vuol essere da meno. È il caso, ad esempio, del “Viaggio al centro del cuore”, la piattaforma informatica innovativa ideata dal Dipartimento di Cardiologia Perioperatoria e Imaging Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino che permette di “navigare” all’interno del cuore e interagire con le sue strutture.
Grazie alla nuova tecnologia – si legge in una nota del Monzino – è possibile non solo fare diagnosi accuratissime, ma anche simulare qualsiasi intervento prima di effettuarlo, ottenendo una cura sartoriale paziente per paziente, con meno rischi, meno complicanze e massima efficacia.
Realtà Virtuale: i vantaggi per il paziente
“La Realtà Virtuale è uno strumento straordinario perché, fornendo la proiezione di un dato tridimensionale in un ambiente virtuale, offre la percezione della profondità reale consentendo al tempo stesso di visualizzare immagini 3D in movimento, navigare all’interno delle strutture e simulare procedure – spiega Gloria Tamborini, responsabile dell’Unità Operativa di Ecocardiografia del Monzino. Questa tecnologia, finalmente applicata anche in ambito sanitario, permette la reale visualizzazione e la manipolazione tridimensionale dell’immagine anatomica, con innumerevoli vantaggi dal punto di vista clinico.
I nuovi software di virtual reality permettono infatti di migliorare l’analisi dell’anatomia cardiaca, che è un aspetto importantissimo, in particolare nelle patologie valvolari, congenite, vascolari aortiche e nelle masse cardiache. La nuova tecnologia inoltre, attraverso simulazioni procedurali sul modello virtuale olografico, consente di studiare e ottimizzare nel singolo paziente il progetto operatorio: una possibilità fondamentale sia nella tradizionale chirurgia cardiovascolare, sia nella cardiologia intervenzionale.
Infine, la possibilità di proiezione a distanza del modello cardiaco realizzato attraverso la realtà virtuale consente l’interscambio delle immagini rendendo possibile il confronto tra più operatori, anche a distanza”.
VR, AR e competenze digitali
Le tecnologie basate sulla realtà virtuale ed aumentata portano ancora una volta al centro il tema delle competenze digitali. Abbiamo più volte affrontato questo aspetto fondamentale segnalando come occorra abbattere i silos e cooperare all’insegna della multidisciplinarietà affinché vi sia vera innovazione in Sanità. Evolvere, cioè, verso un ecosistema che ancora non c’è e superare la frammentazione: immersi in una cultura di specializzazione e separazione dei saperi, dei territori, degli individui – ne discutevamo qui – abbiamo perso di vista l’unità e la complessità dell’essere in relazione. E allora il pubblico contrapposto al privato, l’ospedale al territorio, lo Stato alle Regioni, il medico di base agli specialisti, le scienze esatte agli studi umanistici, il corpo alla mente, il cittadino al paziente. Appartenenze sempre più rigide e difensive, individui sempre più parcellizzati. Ma l’avvio del nuovo secolo ci segnala che così non funziona. Le sfide sono globali, il destino è comune. Abbiamo bisogno di ripensare valori culturali e infrastrutture su cui basare le nostre società e la nostra salute”.
La realtà aumentata è un passo nella cardiologia del futuro che richiede l’integrazione fra competenze e figure professionali – si legge al proposito nella nota del Monzino: la tecnologia cancella i confini fra le specializzazioni, e, dunque, il modello classico basato sulla rigida suddivisione delle competenze è destinato a sparire. Per esempio – prosegue la nota – i nuovi software, come quello installato al Monzino, prevedono l’interazione fra radiologi, cardiologi interventisti, cardiochirurghi, elettrofisiologi e cardiologi clinici, che devono avere un linguaggio e una cultura comune.