Innovazione digitale

Sanità digitale in Italia: i casi di successo che ispirano l’innovazione

Le tecnologie digitali come leva di cambiamento: stato dell’arte, prospettive e futuro dei progetti vincitori del Premio Innovazione Digitale in Sanità

Pubblicato il 01 Giu 2022

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La cultura dell’innovazione digitale in Sanità passa anche attraverso la conoscenza e la condivisione delle esperienze d’eccellenza.
È questo il convincimento che ispira, fin da 2010, il Premio Innovazione Digitale in Sanità dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, iniziativa tesa a “premiare e dare visibilità alle realtà più innovative e a contribuire ai processi di ricerca e alla raccolta di best practice”.

Ve ne avevamo parlato qui, anticipandovi come HealthTech360, in accordo con l’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, avesse deciso di contribuire all’iniziativa del Premio Innovazione Digitale in Sanità, continuando anche dopo il Premio – grazie proprio alla collaborazione con l’Osservatorio – a pubblicare approfondimenti mirati su alcune delle tematiche più importanti nelle quali sarebbero stati premiati i progetti d’innovazione vincitori.

Eccoci qui, dunque, a continuare assieme questo nostro percorso di condivisione della conoscenza scientifica che – non ci stancheremo mai di ripeterlo – è per noi alla base di qualunque processo di innovazione.

I vincitori del Premio e le rispettive categorie 

ASP di Catania e Azienda Ospedaliera di Alessandria nella categoria “Soluzioni a supporto dei processi clinici e assistenziali”, IRCCS Eugenio Medea nei “Servizi di integrazione ospedale-territorio e Telemedicina”, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nelle “App e soluzioni a supporto della presa in carico dei pazienti”.
Sono questi i vincitori dell’edizione 2022 del Premio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, il riconoscimento dell’Osservatorio Sanità Digitale che punta a creare occasioni di conoscenza e condivisione dei migliori progetti della Sanità digitale in Italia assegnato di recente in occasione del convegno “Sanità Digitale: ora serve un cambio di marcia!”.
Il riconoscimento è stato assegnato alle realtà che si sono maggiormente distinte nella capacità di utilizzare le moderne tecnologie digitali, selezionate tra 9 finalisti.

Una menzione speciale è andata all’ASL Napoli 2 Nord, Ente Ecclesiastico Ospedale “F. Miulli”, Azienda Usl della Valle d’Aosta e LazioCrea.
Mentre la Provincia Autonoma di Trento si è aggiudicata il premio assegnato dal pubblico e l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Università di Genova il premio assegnato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO).

“I sei progetti vincitori del Premio di quest’anno sono la testimonianza concreta di come le tecnologie digitali possono essere una leva di innovazione e cambiamento  – ha affermato Cristina Masella, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – . Obiettivo del Premio è dare visibilità alle realtà che si dimostrano più innovative e incentivare un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze”.

Health Big Data, standardizzazione e interoperabilità

Uno dei più grandi problemi nella gestione dei dati in Sanità è che essi provengono da fonti molto diverse tra loro e, quindi, non siano interoperabili, non esista cioè uno standard comune per farli “dialogare”.
Le iniziative e i tentativi di “unificazione” dei dati sanitari sono molte, sia a livello europeo che nel nostro Paese.
La Commissione Europea, ad esempio, ha avviato di recente  il tanto atteso European Health Data Space, lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari che potrebbe essere il potenziale punto di svolta fondamentale per la trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria nell’UE.  L’Unione Europea, infatti, ha impostato, ormai da diversi anni, un cammino destinato a condurre gli Stati Membri a condividere un’infrastruttura efficiente per lo scambio e la gestione interoperabile dei dati sanitari, offrendo ai cittadini accesso ubiquo a questi ultimi e continuità dei servizi di cura. Lo sviluppo di uno Spazio Europeo dei Dati Sanitari (European Health Data Space, EHDS) è stata ed è, a tutti gli effetti, una priorità della Commissione Europea e costituisce il tassello fondamentale per abilitare un vero passaggio al digitale nel mondo della salute, offrendo servizi sanitari più efficienti ed efficaci e, allo stesso tempo, riducendo le disparità di accesso a cure di qualità.
Ma anche in Italia non mancano le iniziative che, si spera, possano portare al più presto a una gestione del dato sanitario più standard e interoperabile. Tra queste, la recente proposta per lo schema di Riforma dei Sistemi Informativi Sanitari: il Consiglio Superiore di Sanità ha pubblicato di recente, infatti, un documento la cui finalità è la creazione di un’architettura di interoperabilità per la riqualificazione dei SIS, evitando frammentazione e duplicazione di dati attraverso un Sistema Informativo Sanitario unificato a livello nazionale.

Insomma, la Sanità è alla ricerca di un dato interoperabile, non frammentato, standard e condiviso.

Ed è (anche) in questa direzione che va il progetto dell’Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, tra i vincitori nella categoria “Soluzioni a supporto dei processi clinici e assistenziali”.

Mesotelioma: un approccio data driven 

Nella provincia di Alessandria, e soprattutto nella zona di Casale Monferrato, l’incidenza del mesotelioma, patologia legata all’amianto, è molto più alta rispetto alla media nazionale (50 casi su 100.000 nelle donne e 69 casi su 100.000 negli uomini rispetto ai 2 casi su 100.000 per le donne e 4 casi su 100.000 per gli uomini).
Il progetto dell’Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria , iniziato a maggio del 2021 in collaborazione con Google Cloud e Reply, ha permesso di standardizzare le fonti di dati sanitari, come richiesto a livello europeo, per ottenere un dataset codificato OMOP CDM. Ha identificato e classificato le fonti di dati da cui estrarre le basi dati di interesse, progettato e implementato l’ETL (Extract Transform Load) permettendo la standardizzazione delle codifiche per le finalità di ricerca sul mesotelioma e l’avvio di un percorso di “pulizia” delle prestazioni codificate negli applicativi dell’AO che saranno utilizzabili in modo standard per finalità cliniche e di ricerca.
La standardizzazione della raccolta dei dati provenienti da applicativi differenti ha permesso la stratificazione della popolazione di una patologia rara. Il costante aggiornamento del dataset nel tempo, su base automatizzata e periodica, consentirà di poter partecipare in modo rapido e senza ulteriori costi a studi nazionali e internazionali, nel rispetto delle normative sulla privacy.
Tra le tappe future del progetto si prevede:

  • l’estensione del modello di raccolta dati del database EHDEN per il mesotelioma a tutti i dati clinici contenuti negli applicativi aziendali dell’Azienda
  • la trasformazione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali con un approccio data-driven
  • lo scambio di dati e informazioni a livello europeo nei centri di expertise European Rare Cancer Network di valore clinico e di valore ambientale.

Intelligenza Artificiale sempre più al centro della Sanità

L’Intelligenza Artificiale si sta diffondendo velocemente nel mondo sanitario con la prospettiva, per gli operatori, di doversi confrontare, più o meno a breve termine, con sistemi esperti in grado di modificare significativamente i percorsi diagnostici e terapeutici, le modalità decisionali del medico e, in ultimo, anche il rapporto medico-paziente.
Le istituzioni, anche in Italia, sono ormai persuase del fatto che l’AI possa rendere più competitivo il nostro Paese e sono al lavoro per individuare le modalità corrette per introdurla nella pratica clinica (a tal proposito, ad esempio, è stato pubblicato di recente – sul sito del Ministero della Salute – un importante documento dal titolo “I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica”).
L ’applicazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale è – tra le altre – una delle prospettive di applicazione del progetto dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, tra i vincitori nella categoria “Soluzioni a supporto dei processi clinici e assistenziali”.

Digital Pathology e Telecytology per la salute della donna

All’interno dell’ASP di Catania, l’UOC di Anatomia Patologica referta circa 12.000 diagnosi istologiche all’anno ed è laboratorio di riferimento per la diagnostica molecolare. Assieme alla Patologia Clinica Territoriale, gestisce la diagnostica dello screening del cervico-carcinoma, quarto tumore più diffuso tra le donne. Negli ultimi anni, si stanno diffondendo sistemi di Digital Pathology, come la “Telecytology”, che rende possibile esaminare un preparato digitale (copia fedele del vetrino fisico) a distanza, per diagnosi primaria o per second opinion.
In questo scenario, il progetto portato avanti dall’ASP di Catania prevede l’implementazione di un approccio combinato molecolare-digitale allo screening del carcinoma cervico-vaginale.
Da fine gennaio a fine marzo 2022 sono stati raccolti 4.370 campioni citologici cervico-vaginali e i casi sono stati testati per HPV, rinvenendo 452 casi positivi per HPV ad alto rischio. Il tempo medio di scansione impiegato per ogni singolo vetrino, nella prima fase del progetto, era stato di 14 minuti e 46 secondi ed è ulteriormente diminuito con l’acquisizione di uno scanner più performante. I tempi di diagnosi si sono ridotti a 3 giorni lavorativi per le diagnosi molecolari e a 4 giorni lavorativi per la valutazione citologica dal momento del ricevimento del campione.
Nel prossimo futuro si prevede l’applicazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale al sistema per lo screening in tempo reale attraverso cui sarà possibile fornire uno strumento per sopperire alla mancanza di personale dedicato alla lettura dei preparati citologici e introdurre un ulteriore meccanismo di controllo di qualità.

Telemedicina: un grande aiuto per il SSN

La telemedicina è una grande opportunità che può aumentare il livello di esigibilità del diritto alla salute dei cittadini, la sostenibilità e l’innovazione del Sistema Sanitario Nazionale. Le istituzioni lo sanno bene tanto che, di recente, ad esempio, AGENAS ha pubblicato l’Avviso per la Piattaforma nazionale di Telemedicina, Avviso che aveva fatto seguito ad altre importanti iniziative, quali, ad esempio, le nuove indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie.
Se il 2020 è stato l’anno in cui – causa Covid – si sono aperte le porte a tale modalità di erogazione delle prestazioni, l’anno 2021 sembra essere stato l’anno in cui  le diverse modalità “tele” (telemedicina, teleassistenza, telemonitoraggio…) sono salite  al rango di strumenti attraverso i quali ridisegnare il nostro SSN.
Ed è stato proprio durante l’emergenza Covid che si è rivelato di particolare utilità il progetto dell’IRCCS Eugenio Medea, Associazione La Nostra Famiglia – vincitore nella categoria “Servizi di integrazione ospedale-territorio e Telemedicina”.

Telemental Health e Disturbo dello Spettro Autistico

L’IRCCS Eugenio Medea si dedica alla ricerca, alla cura e alla formazione nell’ambito delle patologie neurologiche e neuropsichiche dell’età evolutiva.
In Italia, si stima che 1 bambino su 77 nella fascia 7-9 anni soffra del Disturbo dello Spettro Autistico (ASD). Ancora oggi l’età media alla prima diagnosi di ASD supera i 36 mesi. Una diffusione più capillare di sistemi di sorveglianza attiva, anche attraverso l’utilizzo di strumenti di screening standardizzati e specifici per i disturbi del neuro-sviluppo, consentirebbe una valutazione tempestiva e precoce.
Il progetto dell’IRCCS Eugenio Medea prevede lo sviluppo e l’implementazione di un sistema di “Telemental Health”: si tratta di una piattaforma Web per facilitare il raccordo tra servizi di cure primarie e servizi specialistici di Neuropsichiatria Infantile e per effettuare uno screening precoce dell’ASD.
Dopo alcune fasi di test, ad ottobre del 2021 il “Piano Operativo Autismo” di Regione Lombardia ha identificato il sistema come piattaforma regionale per l’individuazione precoce dei soggetti a rischio ASD e, da gennaio 2022, la piattaforma è estesa a tutte le ATS di Regione Lombardia.
La piattaforma prevede la registrazione di strutture ed utenti e la possibilità di compilare il questionario CHAT (CHecklist for Autism in Toddlers) da parte del Pediatra di Libera Scelta. In questo caso, l’applicativo fornisce lo scoring automatico, con l’individuazione di tre fasce di rischio, e il recall automatico per eventuali controlli. Attraverso la piattaforma è possibile effettuare la segnalazione dei bambini “a rischio” al Nucleo Funzionale Autismo di riferimento sul territorio.
La piattaforma conta, ad inizio aprile 2022, 944 pediatri registrati che hanno somministrato 2.256 questionari di screening “CHAT” su 2.181 pazienti.
Il progetto ha consentito di sviluppare una rete curante territoriale, di garantire continuità nell’attività di screening durante l’emergenza Covid e di ridurre i tempi diagnostici e di presa in carico del paziente autistico.

Il paziente parte attiva del processo di digitalizzazione

La Sanità è al centro di un lungo percorso di ripensamento del modello di cura. Un modello che non può che essere digitale e in cui la Sanità non deve essere “a distanza” ma “connessa”.
Con il paziente al centro del processo di cura e in un rapporto diretto e continuo tra medico e paziente. Il tutto ispirato alla Connected Care, ovvero a un ecosistema per la cura e la salute disegnato attorno al cittadino/paziente che, adeguatamente ingaggiato e formato, può accedere ai servizi e alle informazioni attraverso piattaforme digitali interoperabili che integrano e coinvolgono attivamente tutti gli attori del sistema di cura. Tali piattaforme devono rendere disponibili in modo selettivo e sicuro dati e canali di comunicazione e collaborazione per supportare il cittadino/paziente in tutte le fasi del percorso di cura.
Ma, oltre ad essere “al centro”, il paziente-cittadino può e deve essere parte attiva del processo di digitalizzazione.
E ciò è quanto accaduto, ad esempio, nel caso della app myFever di Novartis – totalmente creata con i pazienti – utilizzata nel progetto dell’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, vincitore nella categoria “App e soluzioni a supporto della presa in carico dei pazienti”.

Un diario digitale per la diagnosi precoce

Il progetto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nasce per ottenere un’anamnesi più accurata in pazienti che presentano episodi di febbre ricorrente. Questa sintomatologia fa parte di un gruppo di malattie autoinfiammatorie, le febbri ricorrenti monogeniche, malattie rare che possono avere gravi conseguenze sulla vita dei pazienti. Malattie che spesso vengono diagnosticate troppo tardi.
Il progetto si propone, quindi, di facilitare una diagnosi precoce e un’adeguata presa in carico dei pazienti in fase di inquadramento diagnostico e una miglior gestione di quelli già diagnosticati. Tramite un processo di Design Thinking che ha coinvolto anche pazienti adolescenti, è stato sviluppato un diario digitale che permette di raccogliere dati relativi agli episodi infiammatori in modo strutturato, così da facilitarne l’interpretazione da parte del medico.
Il progetto ha preso inizio con una prima fase sviluppata attraverso l’uso del Lego Serious Play, un metodo finalizzato a sviluppare il pensiero, la comunicazione e la risoluzione di problemi complessi attraverso l’impiego delle costruzioni Lego.
Nell’App myFever, di proprietà di Novartis, ci sono quattro funzionalità principali:

  • Un diario in cui è possibile registrare gli episodi febbrili e impostare alert per le terapie
  • Un riepilogo, che permette di visualizzare i dati relativi alla terapia somministrata e agli attacchi, per fornire indicazioni sull’andamento nel tempo
  • Il “passaporto”, dove vengono registrati i dati relativi al paziente
  • La sezione “info”, contenente pillole informative rivolte al paziente

L’applicazione, lanciata a luglio 2021, conta circa 550 download. Il sistema abilita la raccolta di dati di maggiore qualità e un risparmio di tempo per la conduzione dell’anamnesi, che di conseguenza può consentire di ridurre il tempo impiegato per la visita medica e migliorarne la qualità in termini di maggior tempo dedicato al paziente. È poi possibile raccogliere dati riguardanti la qualità della vita dei pazienti e caregiver attraverso il monitoraggio, ad esempio, dei giorni di scuola/lavoro persi.

Un’App con avatar 3D per la malattia di Parkinson

Il vincitore del Premio FIASO è stato l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Università di Genova.
Recenti studi hanno dimostrato che, nell’ambito del trattamento della malattia di Parkinson, più l’intervento riabilitativo è precoce e mirato, maggiori saranno i benefici ottenuti dal paziente a lungo termine.
Il progetto dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Università di Genova si propone, quindi, di sviluppare uno strumento che possa permettere un inizio precoce del percorso riabilitativo e favorire un percorso continuativo e domiciliare personalizzato. Il Policlinico San Martino ha sviluppato una App, con il supporto non condizionante di Chiesi Italia, rivolta a pazienti affetti da malattia di Parkinson e operatori sanitari che permette di visualizzare gli esercizi motori da svolgere tramite un trainer virtuale, un avatar 3D e un assistente vocale e integra le due tipologie di esercizio, motorio e cognitivo, in logica gaming.
L’utente può poi accedere al proprio diario clinico contente le statistiche di gioco, lo storico degli eventi segnalati, come cadute, crampi e può decidere di condividere queste informazioni con il proprio professionista sanitario.
Ad aprile 2022, il progetto ha coinvolto circa 400 pazienti e 200 operatori sanitari e dai risultati preliminari è emerso come l’App venga considerata utile da chi l’ha utilizzata.
Uno studio pilota, in fase di conclusione, ha coinvolto 20 partecipanti che hanno utilizzato l’App per 2 mesi a domicilio.

Il pubblico prende a cuore (e premia) la Cardiologia

Il Premio assegnato dal pubblico è andato alla Provincia Autonoma di Trento, il cui progetto nasce per rispondere alla necessità di ripensare la presa in carico dei pazienti cronici, in particolare affetti da scompenso cardiaco, che sul territorio trentino risultano essere circa 8.000. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sviluppare una piattaforma per la gestione da remoto dei pazienti con scompenso, offrendo la possibilità di svolgere a distanza le interazioni tra clinico e paziente e di monitorare la patologia.
La piattaforma “TreC Cardiologia” si compone di un cruscotto clinico accessibile dall’operatore sanitario tramite PC e da un’applicazione accessibile via smartphone dal paziente o caregiver. Il medico può prescrivere al paziente l’esecuzione di specifiche attività in determinati momenti della giornata. Allo stesso modo, può essere indicata all’interno della App la terapia farmacologica prescritta al paziente. L’applicazione fornisce inoltre al paziente l’accesso al sistema di Tele-visita, contenente un calendario con gli appuntamenti pregressi e futuri e l’accesso alla videochiamata con il medico, ad una chat che consente la condivisione asincrona di messaggi testuali e file multimediali e a un assistente virtuale che supporta il paziente nel ricordare e completare le attività prescritte dal medico.
A fine 2021 sono stati coinvolti circa 300 pazienti nell’utilizzo e valutazione dell’applicazione. Grazie alla gestione delle Tele-visite, è stato possibile gestire con maggior efficienza gli spazi fisici degli ambulatori, riducendo le attese. Successivamente, il cruscotto clinico ha integrato anche dati provenienti da dispositivi medici impiantabili (ad esempio, peacemaker e loop recorder) e smartwatch per la rilevazione di ECG forniti a potenzialmente circa 5.000 cittadini della provincia.

Le menzioni speciali del Premio

Hanno ricevuto una menzione speciale:

  • ASL Napoli 2 Nord
  • Ente Ecclesiastico Ospedale “F. Miulli”
  • Azienda Usl della Valle d’Aosta
  • LazioCrea

ASL Napoli 2 Nord ha ricevuto la menzione speciale per il progetto “LiFi Zone”, ossia per aver introdotto una tecnologia innovativa che permette di trasmettere le informazioni in modo veloce, sicuro e sostenibile, grazie a totem LiFi che interagiscono con gli smartphone degli utenti.

Ente Ecclesiastico Ospedale “F. Miulli” ha ricevuto la menzione speciale per il progetto “Item Sanity System”. L’ospedale ha introdotto un sistema avanzato di sanificazione degli ambienti critici e subcritici, con l’impiego di robot, sensoristica e dispositivi IoT, e una piattaforma per la definizione di un protocollo intelligente che garantisce un livello standard di igiene.

Azienda Usl della Valle d’Aosta ha ricevuto una menzione speciale per il progetto “VDA Proximity”, ossia per aver adottato strumenti di procurement innovativi nell’ambito di un progetto, svolto in collaborazione con GPI, volto alla stratificazione della popolazione con strumenti di Machine Learning e alla definizione ed erogazione dei piani di cura per i pazienti cronici, con il supporto della Telemedicina.

LazioCrea, infine, ha ricevuto una menzione speciale per il progetto “SIATeSS – Sistema informativo dell’assistenza territoriale e sociosanitaria”, un sistema informativo implementato e avviato nell’ambito di cinque ASL, in collaborazione con Dedalus, per la gestione della presa in carico dei pazienti fragili o non autosufficienti, con l’impiego di tre centrali operative nel contesto ospedaliero, post acuzie e distrettuale, estendibile anche a tutti gli altri setting assistenziali.

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