La scarsa aderenza alle terapie causa in Europa oltre 200 mila morti premature all’anno e una spesa tra 80 e 125 miliardi di euro per ospedalizzazioni evitabili, cure di emergenza e visite ambulatoriali. E il problema si sta aggravando: perché?
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Terapie farmacologiche: il problema della bassa aderenza
Purtroppo, stiamo invecchiando. In Italia, abbiamo circa 14 milioni di anziani sopra i 65 anni e, di questi, circa la metà sono sopra i 75.
Abbiamo la popolazione più vecchia d’Europa e lo sarà sempre di più nei prossimi anni, con conseguente aumento anche delle malattie croniche.
Queste colpiscono, infatti, il 40% della popolazione italiana e sono responsabili del 90% dei decessi totali che si verificano ogni anno: le malattie cardiovascolari sono al primo posto, seguite dai tumori, dalle malattie respiratorie croniche e dal diabete.
Curare le malattie croniche comporta comunemente l’uso – a lungo termine – di terapie farmacologiche. Ma l’aderenza al trattamento prescritto dal curante – cioè, assumere i farmaci così come prescritti – è molto bassa.
In Italia, solo la metà dei pazienti segue correttamente le cure e tratta la propria malattia cronica secondo le istruzioni del medico: questo è drammatico.
Perché le conseguenze della scarsa aderenza sono così gravi
Le prospettive da considerare sono tre: la prima, del paziente; la seconda, delle aziende farmaceutiche; la terza del servizio sanitario.
- Per quanto riguarda il paziente, la non aderenza è associata a esiti clinici negativi con aumento della morbilità e della mortalità, soprattutto durante il periodo dell’invecchiamento che è caratterizzato dalla compresenza di più malattie e, dunque, dalla necessità di assumere più terapie insieme (politerapia).
- Quanto alle aziende farmaceutiche, la non aderenza causa problemi sugli studi clinici. Le sperimentazioni sui farmaci – che sono una delle imprese più costose del mondo medico – possono cioè fallire a causa del fatto che non vi sia una corretta aderenza al trattamento farmacologico da parte del paziente che faccia parte della sperimentazione e, soprattutto, del fatto che non vi sia una prova di questa corretta aderenza. Ciò – oltre al rischio di portare a risultati errati in termini di evidenza scientifica – può costare enormi quantità di denaro nel ripetere la sperimentazione, spingendo in alto anche i prezzi dei farmaci.
- Infine, a proposito della prospettiva del servizio sanitario, inteso come spesa della sanità pubblica, la scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di inefficacia delle cure farmacologiche e comporta un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, costituendo un danno per il sistema e per la società.
Di contro, sappiamo che l’aderenza alla terapia è un salvavita potentissimo.
La sua importanza si può vedere, ad esempio, dopo un infarto cardiaco: chi rispetta le indicazioni di assunzione riduce di 2/3 la probabilità di recidive; al contrario, chi non assume con costanza i farmaci antiipertensivi aumenta di circa il 30% il rischio di infarto o ictus. Questi sono i dati di una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata prima della pandemia dalla nota rivista JAMA.
Le cause del problema della scarsa aderenza terapeutica
Nei tre momenti d’inizio, implementazione e interruzione della terapia, i fattori responsabili della scarsa aderenza terapeutica sono:
- correlati ai pazienti, come l’alfabetizzazione sanitaria subottimale o la mancanza di coinvolgimento nel processo decisionale del trattamento, come ad esempio un atteggiamento “passivo” da parte di chi riceve la prescrizione anziché un coinvolgimento attivo e collaborativo;
- legati ai medici, come le barriere di comunicazione o la comunicazione inefficace sugli effetti avversi legati alla mancata aderenza o riconciliazione delle cure;
- relativi ai sistemi sanitari, come i limiti di tempo per le visite mediche, l’accesso limitato alle cure, la mancanza di tecnologie informatiche sanitarie.
Occorrerebbe, perciò, affrontare l’aderenza terapeutica con un approccio multifattoriale.
Le possibili soluzioni
Per porre rimedio a quanto visto, ci sono le risposte classiche, certamente efficaci, come:
- il coinvolgimento attivo del paziente mediante informazioni chiare e complete da parte del medico e la condivisione dell’importanza della terapia;
- la relazione medico-paziente basata su incontri e controlli periodici per verificare la correttezza del percorso terapeutico;
- il supporto da parte di familiari e/o volontari del paziente.
Ma, accanto a queste, esistono altre soluzioni più innovative, e forse, anche più efficaci.
Strumenti di sanità digitale come soluzione innovativa
Oggi viviamo in un mondo con grandi opportunità tecnologiche. È giusto, quindi, cercare supporto anche nella tecnologia.
È possibile, cioè, combinare determinati prodotti farmaceutici con sensori che ricordano ai pazienti il momento dell’assunzione e che possono anche tracciare l’utilizzo del farmaco ad assunzione avvenuta.
Sappiamo, ad esempio, che esistono sensori che possono essere collegati a penne da insulina (utili per la gestione del diabete), autoiniettori intelligenti per pazienti con malattie neurologiche croniche, sensori per inalatori, flaconi per pillole intelligenti che tengono traccia dell’avvenuta assunzione e sensori ingeribili per terapie psichiatriche.
Negli USA, ad esempio, è stata approvata dalla Food & Drug Administration una compressa per trattare la schizofrenia. Essa ha un sensore incorporato e ingeribile che registra il tempo di assunzione della terapia. La compressa funziona inviando un messaggio dal sensore della pillola a un patch indossabile. Quest’ultimo, a sua volta, trasmette il tutto ad una app, in modo da consentire al curante del paziente di accedere alle informazioni attraverso uno smartphone o un portale web.
Promuovere la cultura della salute digitale e dell’innovazione
Per affrontare questo serio problema, occorre iniziare anzitutto da un’informazione affidabile e dalla conoscenza di soluzioni innovative disponibili da affiancare a quelle tradizionali.
In Italia, potremmo, ad esempio:
- Pensare a progetti pilota – su specifiche categorie di pazienti cronici – che coinvolgano diversi attori della sanità (dal MMG – gruppo dei Medici di Medicina Generale – all’ambulatorio specialistico, fino alla struttura sanitaria) per favorire l’aumento dell’aderenza terapeutica e il monitoraggio del paziente al proprio domicilio mediante dispositivi digitali;
- Creare un sistema di promozione delle soluzioni digitali finalizzate all’aderenza terapeutica, avvicinando le Società Scientifiche alle Aziende – nazionali ed internazionali – che realizzano dispositivi medici digitali, migliorando così l’integrazione tra bisogni di cura e offerte commerciali sempre meglio rispondenti a questi bisogni;
- Organizzare percorsi formativi per il personale sanitario e informativi per i pazienti allo scopo di facilitare la comprensione dell’uso dei dispositivi digitali e aumentare il grado di fiducia verso soluzioni tecnologiche innovative;
- Attivare un dialogo costante con le Istituzioni per sostenere azioni di riforma e programmi sanitari che contemplino la digitalizzazione anche in ambito di aderenza terapeutica.
Aderenza terapeutica: serve un approccio condiviso
Per fare tutto questo, si dovrebbe partire da un’assunzione di responsabilità da parte di cittadini, operatori e organizzazioni sanitarie, oltre che delle Istituzioni e con la creazione di un Piano di intervento basato su obiettivi misurabili.
Un po’ come è stato fatto per la pandemia Covid, proprio perché – trattandosi di una emergenza di sanità pubblica – si è reso necessario arrivare all’obiettivo di contenere il problema in modo efficace e in tempi rapidi.
Tutti gli attori del mondo sanitario sono stati coinvolti nella gestione della pandemia.
E questo approccio ha funzionato!
Perciò, lo stesso tipo di approccio si potrebbe applicare al problema della mancata aderenza terapeutica che, vista la portata delle sue conseguenze, dovrebbe essere approcciata come un’emergenza di sanità pubblica utilizzando degli indicatori di valutazione e di efficacia e un piano d’intervento basato su questi indicatori.