Healthcare sustainability

Benessere e cura: il ruolo delle organizzazioni sanitarie

L’essere umano al centro non solo per la cura delle patologie ma anche per il raggiungimento di un ottimale e continuativo stato di benessere. È sempre più urgente – anche per la sostenibilità del Sistema Sanitario – rivedere l’approccio globale alla Salute ed alla cura dei cittadini

Pubblicato il 11 Set 2023

Eugenia Olivero

Direttore Accoglienza Pazienti & Innovazione Organizzativa - Fatebenefratelli Isola Tiberina – Gemelli Isola

benessere-cura

Benessere è una parola con diverse declinazioni: benessere fisico, mentale, ma anche sociale e spirituale. Quando parliamo di benessere, parliamo quindi di salute come qualcosa di più della semplice assenza di malattia o infermità.

Raggiungere l’equilibrio tra le diverse declinazioni, tuttavia, non è facile. Non è qualcosa che s’impara leggendo un manuale. A maggior ragione, quando ci si trova in un percorso di cura, spesso si è chiaramente concentrati sulla patologia, sullo star male, e non si considera come lo stato psico-fisico possa avere un ruolo chiave nella dinamica della cura e della convivenza con uno stato non ottimale di salute.

La differenza tra “cura” e “prendersi cura”

L’approccio olistico di presa in carico del paziente richiede di associare ad un processo di “cura” anche quello di “prendersi cura”.

Teniamo conto che la parola “cura” si riferisce alla rimozione della causa di un disturbo o di una malattia, attraverso tutti quegli interventi finalizzati alla risoluzione, laddove possibile, della malattia.

L’espressione “prendersi cura”, invece, esprime il coinvolgimento personale con chi si trova ad affrontare un percorso di cura, quel coinvolgimento che si esprime attraverso l’incoraggiamento ed il sostegno emotivo, ma anche con la condivisione di buone pratiche per poter, piano piano, godere appieno dei propri potenziali e del proprio benessere.

È chiaro che, mentre il termine “cura” prevede che vi sia una situazione di malessere legata ad una patologia ben precisa, il termine “prendersi cura” può spesso riferirsi anche a situazioni di salute, in cui l’individuo, per diverse ragioni, ha bisogno di ristabilire un giusto equilibrio volto a migliorare la propria condizione psico-fisica, al fine di poter godere appieno delle proprie potenzialità e trarre soddisfazione dai molteplici aspetti della propria vita.

Benessere, cura e sostenibilità della Sanità e del SSN

Molte istituzioni ed organizzazioni sanitarie, negli ultimi anni,  hanno fatto riflessioni proprio in questo senso, rivedendo l’approccio globale alla salute ed alla cura dei cittadini, anche in funzione degli evidenti risparmi che la prevenzione e lo stato di benessere psico-fisico apportano per il SSN e la Sanità globale.

Come abbiamo imparato, anche grazie alla pandemia, è fondamentale prenderci cura di noi stessi: per farlo, molti di noi hanno iniziato a riflettere, come pazienti, circa l’utilizzo di dispositivi indossabili e di strumenti tecnologici in grado di supportare quotidianamente il monitoraggio della propria routine di benessere; al contempo, anche le organizzazioni ed i professionisti sanitari hanno sempre più voluto dotarsi di strumenti in grado di monitorare il paziente anche a distanza e di applicazioni aventi un’ interfaccia in grado di tenerne sotto controllo i progressi e seguire l’evolversi di determinati parametri.

Chiaramente, la tecnologia e l’innovazione, così come per il settore della Sanità, si confermano pilastri chiave anche nell’ambito del wellness, consentendo a professionisti e pazienti di avere costantemente un supporto durante periodi di riabilitazione, di monitoraggio e recupero da una certa patologia, ma anche di tracciamento dei propri obiettivi e risultati di maggior benessere.

Molte organizzazioni sanitarie, inoltre, hanno aggiunto al proprio insieme di servizi anche tool in grado di seguire il paziente a 360°, sia per garantire un supporto costante su tutti i fronti, sia per comunicare al paziente che la qualità della vita passa da più aspetti e che solo coordinando diversi parametri si riesce ad ottenere una concreta visione olistica dello stato di salute e benessere di un individuo.

Benessere e cura: sfumature e declinazioni

In un mondo che si muove a grande velocità, è necessario, dunque, approfondire il percorso di cura di ciascun paziente e conoscere tutte le articolazioni del benessere al fine di comprendere aspetti spesso poco noti che riguardano:

  • un’alimentazione sana
  • una regolare attività fisica
  • uno stato psicologico positivo
  • un corretto approccio mentale alla vita.

Lo sport come alleato nella prevenzione delle patologie

È ormai ampiamente risaputo come lo sport praticato regolarmente produca effetti cosiddetti antalgici (che riducono il dolore), effetti anti-stanchezza e ansiolitici. Inoltre, è scientificamente provato che lo sport faccia bene anche in termini di prevenzione contro le malattie croniche come obesità, diabete, ipertensione e patologie cardiocircolatorie.

Non è un caso che, negli ultimi vent’anni (dati ISTAT 2022), la percentuale di persone che fanno sport nel tempo libero è passata dal 59,1%  al 66,2%; contemporaneamente, si è ridotta la quota di chi non pratica alcuna attività sportiva, passando dal 37,5% al 33,7% .

Le statistiche sono numerose, e tutte concordano sul valore che l’attività sportiva apporta al benessere psico-fisico. È importante, anzi fondamentale, fare prevenzione. Informarsi e conoscere, in base alla propria età, sesso e stile di vita, quali sono gli esami e gli accertamenti da effettuare con cadenza regolare.

Benessere e cura: approccio culturale e politiche attive

In Italia, dobbiamo riconoscerlo, abbiamo una grande fama e reputazione nell’ambito agonistico ma, purtroppo, le classifiche non ci vedono in vetta per quanto riguarda l’attività sportiva basica ed amatoriale. In alcune zone vi sono, inoltre, ancora tassi molto elevati di sedentarietà, con tutto quello che ciò comporta in termini di rischi per la salute e per l’esempio da non dare alle nuove generazioni.

Appare, dunque, fondamentale, la diffusione di un approccio, innanzitutto, di carattere culturale e sociale: ossia, occorre diffondere il messaggio che la pratica sportiva fa bene e che incide in modo rilevante sulla qualità della vita. Non si tratta di riconoscere solo quanto siamo o non siamo longevi rispetto ad altri Paesi, ma è necessario lavorare su sé stessi e sulle proprie abitudini per arrivare in uno stato il più possibile ottimale agli anni della maturità.

Per lavorare al raggiungimento dell’obiettivo di cui sopra è, inoltre, fondamentale considerare gli aspetti legati alle politiche attive, attivare le giuste iniziative ai diversi livelli decisionali per consentire a tutti, giovani e non, di raggiungere luoghi adibiti alla pratica sportiva.

Nello specifico, è indispensabile prevedere:

  • programmi specifici nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nel sistema sanitario
  • politiche per aumentare l’accesso agli impianti sportivi
  • urbanistica, ambiente e politiche dei trasporti
  • politiche di comunicazione e informazione.

Attività motoria: un risparmio enorme per la spesa sanitaria

L’assiduità e la competenza nel sottoporsi a visite è, inoltre, un aspetto fondamentale per verificare periodicamente il proprio stato di salute e di resistenza rispetto ad una specifica attività fisica praticata.

Un nuovo rapporto dell’OMS e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) – “Step up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa” – spiega come l’aumento dell’attività fisica ai livelli raccomandati potrebbe prevenire migliaia di morti premature nell’UE e risparmiare miliardi di euro nella spesa sanitaria.

A tal proposito, occorre tenere conto che, complessivamente, se i paesi dell’UE affrontassero l’inattività fisica nell’intera popolazione, risparmierebbero in media lo 0,6% del loro budget sanitario. Si tratta di quasi 8 miliardi di euro PPP all’anno.

Infine, occorre ricordare che l’attività sportiva è da associare anche ad un nuovo concetto di welfare.
È ormai risaputo, infatti, come 1 euro investito in attività motoria ne fa risparmiare almeno 4 al SSN. Questo ci aiuta a comprendere ancora meglio come l’attività fisica sia un alleato fondamentale soprattutto nel controllo delle patologie croniche come il diabete, l’obesità, disturbi dell’umore e via dicendo.

Lo sviluppo della pratica sportiva diventa, dunque, il modo per difendere il diritto alla salute e l’accesso al diritto alle cure, come previsto dalla nostra Costituzione.

L’alimentazione quale elemento chiave per vivere bene

Tutto ciò che gravita intorno all’alimentazione è e deve essere un tema al quale ciascuno di noi deve prestare attenzione, perché è una delle principali leve con cui ciascuna persona può prevenire determinate patologie.

È ormai ampiamente risaputo come un corretto stile alimentare contribuisca a costruire, rafforzare e mantenere il corpo in salute ed a fornire l’energia quotidiana indispensabile al buon funzionamento dell’organismo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci ricorda che circa un terzo dei tumori e delle malattie cardiovascolari possono essere prevenuti attraverso una sana e corretta alimentazione e che per assicurare al nostro organismo l’assunzione delle componenti necessarie a garantire il nostro benessere fisico è necessario attenersi alle indicazioni previste dalla piramide alimentare.

Come ci ricorda il Ministero della Salute, l’educazione alimentare rappresenta il primo ed efficace strumento di prevenzione a tutela della salute, tanto come azione quanto come prevenzione.

Nessun alimento preso singolarmente contiene tutti i nutrienti necessari, per questo risulta fondamentale variare la dieta il più possibile. Un’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute. Un’alimentazione non corretta, infatti, oltre ad incidere sul benessere psico-fisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili.

Attraverso una corretta alimentazione è possibile prevenire molte malattie croniche come l’ipertensione arteriosa, le malattie metaboliche e quelle dell’apparato circolatorio, il diabete di tipo 2 e alcune forme tumorali. Grazie ad una sana alimentazione, inoltre, è possibile proteggere l’organismo fortificando in prima battuta il sistema immunitario.

Ma se è vero, come si suol dire, che “la salute si costruisce a tavola”, dobbiamo inoltre riflettere sul fatto che recenti studi scientifici abbiano dimostrato come il cibo che assumiamo abbia una stretta correlazione anche con il benessere, sia fisico che mentale.

Alla luce di questa considerazione, cambia anche il modo di concepire il concetto di dieta, termine che molti di noi associano ad una privazione o ad un sacrificio ma che, in origine, in greco, voleva dire semplicemente ““””2222ewedestile di vita”. Una dieta corretta e bilanciata non può che incidere positivamente sullo sviluppo e sul rendimento di ciascuno, sulla qualità della vita e sulle condizioni psico–fisiche del soggetto che decide di seguirne una. Mangiare sano e in maniera equilibrata è la chiave per garantire alla propria mente ed al proprio corpo di essere in equilibrio ed è il modo migliore per prendersi cura di sé a 360°.

Benessere e cura: l’approccio biopsicosociale

Quando parliamo di benessere, come già evidenziato, dobbiamo necessariamente esplorare questo concetto sotto diversi punti di vista e secondo un approccio olistico che tenga conto di molteplici fattori.

Come detto, la Salute non è soltanto assenza di malattia o infermità, ma è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Ad affermarlo è anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 1948 ha definito la Salute proprio in questo modo.

Per identificare tale approccio nel modo più concreto possibile, possiamo dire che il modello “biopsicosociale” impiega sistematicamente i fattori biologici, psicologici e sociali, incluse le loro complesse interazioni, nella comprensione della salute psicofisica e nella scelta dell’intervento terapeutico.

In parole più semplici, bisogna prestare attenzione a numerosi aspetti legati alla salute ed al benessere.
Ad esempio, nessuno di noi può sentirsi bene se, nonostante l’equilibrio fisico, sta vivendo un periodo di malessere psicologico e viceversa.

In egual modo, nessuno di noi può sentirsi bene se la sfera sociale non restituisce quel senso di appagamento e gratificazione che solo le relazioni sane sanno dare.

A tal proposito, è bene citare il Grant Study, uno studio longitudinale.
Si tratta di una ricerca nella quale lo stesso campione di partecipanti viene esaminato per un lungo periodo, iniziato nel 1938 all’interno di un progetto della facoltà di medicina di Harvard.
L’obiettivo originale era identificare gli elementi utili per predire un invecchiamento in buona salute. Ebbene, non è un caso che lo studio abbia rilevato come le nostre relazioni ed il tasso di felicità che esse esprimono abbiano una forte influenza sulla nostra salute.

Sono i rapporti interpersonali, più del denaro o della fama, ciò che rende felici le persone per tutta la vita. Questi legami proteggono le persone dalle difficoltà della vita, contrastano il declino mentale e fisico e sono i migliori predittori di vite lunghe e felici. Contano più dell’appartenenza a una certa classe sociale, del quoziente intellettivo e, persino, del patrimonio genetico.

Insomma, se prendersi cura del proprio corpo è importante, anche prendersi cura delle proprie relazioni è una forma di cura di sé.

Benessere e percorsi di cura: ruolo e responsabilità delle organizzazioni sanitarie

L’OMS definisce il benessere come uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano e caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona all’interno della società. Il benessere consiste, quindi, nel miglior equilibrio possibile tra il piano biologico, il piano psichico ed il piano sociale dell’individuo. La condizione di benessere è di natura dinamica ed è l’individuo stesso che, tramite la propria volontà e grazie al supporto di professionisti, tecnologie ed ecosistema in cui vive, può continuamente modificare le proprie abitudini, al fine di raggiungere i benefici maggiori per la propria condizione di salute.

Le organizzazioni sanitarie possono fare molto a tal proposito, rivedendo i percorsi di cura anche in funzione del raggiungimento di un maggiore benessere per gli individui e considerando che tutto ciò che viene speso in prevenzione e miglioramento della qualità di vita è in realtà un risparmio per l’intero Sistema Sanitario.

Fare sport, mangiare bene e coltivare relazioni sane e di qualità, infatti, sono tutti esempi di “farmaci” insoliti, che hanno un effetto benefico sulle persone e sull’intera collettività.

Nota
In questo approfondimento – oltre ad evidenziare ruolo e responsabilità delle organizzazioni sanitarie riguardo all’approccio relativo a benessere e percorsi di cura – sono stati proposti alcuni spunti di riflessione e consigli pratici per il raggiungimento di un ottimale e continuativo stato di benessere.
È possibile reperire ulteriori informazioni anche scaricando gratuitamente gli episodi del podcast: “Feel Good – consigli pratici per vivere meglio”.

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