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Clinical Governance: cos’è e come migliora l’assistenza sanitaria

Storia, significato, obiettivi e pilastri di un concetto chiave dei sistemi sanitari moderni che pone il paziente al centro e responsabilizza le organizzazioni rispetto al miglioramento continuo della qualità assistenziale

Pubblicato il 23 Feb 2024

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Nata in Inghilterra alla fine del secolo scorso, la Clinical Governance è ancora oggi uno dei concetti più affascinanti e complessi dell’universo sanitario.
Essa è definibile come approccio alla gestione del sistema e delle organizzazioni sanitarie finalizzato a garantire elevati standard assistenziali e un miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati.

Origini e definizione di Clinical Governance

Per comprendere al meglio l’essenza della Clinical Governance e il suo valore rivoluzionario, giova partire dalla sua storia che, come anticipato, inizia alla fine del secolo scorso nel Regno Unito.

Fin dalla fondazione dell’NHS, si era certi che la qualità assistenziale fosse in qualche modo intrinseca al sistema, potendo esso contare su un mix di competenze, strutture e tecnologie.

Tuttavia, intorno alla metà degli anni ’90 alcuni casi di “malpractice”, tra cui il noto scandalo della cardiochirurgia pediatrica di Bristol, minarono la fiducia nel sistema da parte dei cittadini.
Vi furono, quindi, diversi tentativi di integrare nel sistema approcci di gestione della qualità basati su verifiche mediche e cliniche, ma questi ottennero scarso successo a causa della resistenza di molte organizzazioni.

Nel 1998, la riforma dell’NHS rese il potenziamento della qualità assistenziale una vera e propria missione delle organizzazioni sanitarie. Il termine qualità, d’altro canto, assumeva (e assume) un significato molto ampio, poiché riassume le caratteristiche di un sistema ideale, ovvero:

  • orientato al raggiungimento dei migliori esiti possibili (efficacia)
  • con il minor consumo di risorse (efficienza)
  • con soddisfazione del paziente (centralità del paziente)
  • con il minor rischio di danni (sicurezza).

Nacque così il concetto di Clinical Governance, che secondo la definizione di Donaldson è “il sistema (o framework, o modello di gestione, ndr.) attraverso il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili per il miglioramento continuo dei loro servizi e garantiscono elevati standard di performance assistenziale, assicurando le condizioni ottimali nelle quali viene favorita l’eccellenza clinica”. Questa definizione è ancora oggi adottata dal Governo inglese nel proprio sito istituzionale.

L’accountability delle organizzazioni sanitarie

Come emerge dalla definizione di Donaldson, l’elemento chiave della Clinical Governance è la responsabilizzazione delle strutture (principio dell’accountability) e dei professionisti della sanità rispetto al continuo miglioramento della qualità assistenziale, in tutte le sue dimensioni.

Non a caso, in lingua inglese il concetto è espresso con il termine Governance, mentre la nostra espressione Governo Clinico è una traduzione impropria, per quanto usata da decenni anche in documenti ufficiali.

Gli aspetti peculiari (e rivoluzionari) della Clinical Governance

L’introduzione della Clinical Governance fu rivoluzionaria poiché diede alle strutture (e ai professionisti) la responsabilità sullo sviluppo, l’attuazione e il miglioramento degli standard of care, laddove prima la loro responsabilità diretta riguardava solo l’ambito economico-finanziario.
Non a caso, lo sviluppo di una prospettiva sinergica e integrata tra gli aspetti economico-gestionali (Direzione Generale) e quelli clinici (Professionisti Clinici) è diventato un elemento cardine della Clinical Governance delle strutture sanitarie.

Relativamente agli aspetti assistenziali, si passava da un sistema top-down, fondato su leggi e regolamenti cui le organizzazioni dovevano semplicemente adeguarsi, a un modello moderno basato su una autoregolamentazione (responsabilizzazione) delle strutture in funzione di obiettivi di salute (efficacia), ma anche rispetto agli altri costituenti della qualità assistenziale.

La Clinical Governance attribuisce la responsabilità alle organizzazioni ma non impone loro nessun sistema, struttura o processo particolare al fine di raggiungere i propri obiettivi. Tutto ciò rafforza il concetto, peraltro già espresso, secondo cui il principio di responsabilizzazione (Governance) delle strutture non vada tradotto con il termine Governo (Government).

Clinical Governance e Corporate Governance

Il concetto di Clinical Governance ha, invece, più di un punto di contatto con quello di Corporate Governance, che rappresenta la struttura di alto livello, comprensiva di sistemi, processi e attività, che abilita i corretti meccanismi di responsabilità e di qualità all’interno di qualsiasi soggetto economico.

La Clinical Governance delle organizzazioni sanitarie: principi e obiettivi

Tutte le strutture del sistema sanitario possono adottare un modello di Clinical Governance, da quelle ampie e complesse come le Aziende Sanitarie, fino ai reparti di un Ospedale o alle piccole strutture come i consultori.

Ovviamente, ognuna di esse adotterà un modello organizzativo, strumenti, meccanismi di responsabilizzazione, processi e, soprattutto, una prospettiva diversa, ma sempre nell’ottica di dover garantire un’elevata qualità assistenziale e avvicinarsi il più possibile ai bisogni delle persone.
Non a caso, lo stesso Ministero annovera, tra i principi del Governo Clinico, la centralità del paziente, l’erogazione uniforme dei LEA, la collaborazione tra strutture ospedaliere e servizi territoriali, e la continuità assistenziale.

Secondo la fondazione GIMBE, l’efficacia del paradigma di Clinical Governance dipende dalla capacità di permeare tutti i livelli del sistema sanitario.

Per quanto concerne gli obiettivi, lo scopo della Clinical Governance delle organizzazioni sanitarie è instaurare una governance equilibrata che tenga conto sia degli obiettivi di sostenibilità economica, legati all’efficienza, sia della promozione e del potenziamento degli standard assistenziali.
Tutto ciò porta, inoltre, a una maggiore collaborazione e a una riduzione del gap tra personale clinico e manageriale.

Nel concetto di Clinical Governance delle organizzazioni rientra poi lo sviluppo di un sistema multidimensionale di indicatori finalizzato a monitorare la qualità nelle componenti di:

  • sicurezza
  • efficacia
  • appropriatezza
  • partecipazione degli utenti
  • equità.

Pilastri e strumenti della Clinical Governance

Definito il significato e gli obiettivi della Clinical Governance, quali sono gli strumenti con cui le organizzazioni la mettono in pratica?

Il Ministero li chiama i determinanti del Governo Clinico: sono i pilastri del paradigma e permettono di realizzare quell’equilibrio ideale tra sostenibilità economica e qualità assistenziale che rappresenta il fine ultimo della Governance Clinica. Di seguito, analizzeremo in dettaglio tali determinanti.

Linee guida cliniche e percorsi assistenziali

Le linee guida cliniche e i percorsi assistenziali forniscono un quadro normativo di riferimento per guidare le decisioni cliniche e migliorare la coerenza delle pratiche.
Tali strumenti sono fondamentali per:

  • Favorire la buona pratica clinica e l’approccio multidisciplinare;
  • Potenziare la collaborazione interprofessionale;
  • Standardizzare la quality of care;
  • Garantire uniformità di trattamento.

Implementando le linee guida, le istituzioni sanitarie possono ottimizzare l’efficacia clinica, ridurre le variazioni nelle cure e migliorare l’esperienza del paziente, promuovendo una pratica basata sulle evidenze.
Resta comunque fondamentale identificare e adottare approcci metodologici rigorosi circa la loro produzione.

La gestione del rischio clinico (Risk Management)

Per valutare e mitigare i rischi associati alla prestazione dei servizi sanitari è necessario attuare misure organizzative e di sistema come meccanismi di supervisione e di analisi degli errori. Attraverso la valutazione proattiva dei rischi clinici, le organizzazioni sanitarie possono migliorare la sicurezza del paziente, l’efficacia dei trattamenti e ridurre gli errori.
Inoltre, un sistema di risk management contribuisce a creare una cultura organizzativa che apprende dagli eventi avversi e migliora continuamente le proprie performance.

Audit clinici per la qualità della pratica clinica

Il Ministero definisce l’Audit Clinico come la “metodica di revisione critica della pratica clinica basata sull’evidenza e in aderenza a linee-guida accreditate” che ha lo scopo di “analizzare e valutare la qualità della pratica clinica nell’ambito della organizzazione di riferimento”.

Gli audit clinici sono, quindi, uno strumento chiave per valutare e monitorare la quality of care rispetto a linee guida di riferimento. Essi consentono la revisione sistematica delle pratiche, identificano punti di forza e aree di miglioramento, e permettono alle organizzazioni di adottare azioni correttive finalizzate a ottimizzare le prestazioni cliniche.

Il ruolo dell’Health Technology Assessment

Secondo l’ISS, Health Technology Assessment (HTA) è il processo finalizzato a determinare il valore di una tecnologia sanitaria in diverse fasi del suo ciclo di vita e in relazione al suo contesto di utilizzo.

Attraverso un approccio basato sull’evidenza, tale metodologia aiuta a valutare l’efficacia, la sicurezza e il costo delle nuove tecnologie sanitarie, contribuendo a una gestione efficiente delle risorse e a una migliore decisione clinica.

Ricerca e sviluppo determinanti della Clinical Governance

Ricerca e sviluppo sono fondamentali per l’innovazione e l’avanzamento della pratica clinica, risultando quindi veri e propri determinante della Clinical Governance.
Il fine, ovviamente, è garantire livelli assistenziali sempre migliori e più efficienza al sistema grazie all’integrazione nella pratica clinica di nuove scoperte scientifiche e tecnologiche.

Il coinvolgimento dei cittadini e dei pazienti

Il coinvolgimento attivo dei cittadini e dei pazienti – secondo l’approccio della sanità partecipata – vuole promuovere la loro partecipazione nelle decisioni sulla propria salute.
Questo approccio incentiva una maggiore trasparenza nelle pratiche sanitarie, favorisce la condivisione di informazioni e alimenta la fiducia tra i fornitori di cure e la comunità.

L’importanza della Medicina basata sull’Evidenza (EBM) per la Clinical Governance

La Medicina basata sull’evidenza (EBM) e la Healthcare Evidence-Based Practice (EBHC) sono metodologie che orientano le decisioni cliniche sulle migliori evidenze scientifiche disponibili.
L’EBM promuove un approccio razionale alla pratica clinica ed è finalizzato al miglioramento degli esiti clinici.

Formazione continua dei professionisti sanitari

La formazione continua dei professionisti sanitari è essenziale per mantenere elevati standard professionali e garantire l’aggiornamento sulle migliori pratiche cliniche.
Il potenziamento della qualità assistenziale si basa (anche) su approccio continuo alla formazione e sullo stimolo a partecipare a corsi, seminari e attività di apprendimento specialistiche.

Sistemi informativi, CCE e Data Management

I sistemi informativi sono strumenti centrali della Clinical Governance, poiché aiutano le organizzazioni a erogare un’assistenza di qualità e a gestire al meglio le risorse.
La cartella clinica elettronica (CCE), per esempio, è un elemento chiave poiché favorisce l’efficienza, la riduzione degli errori e la condivisione dei dati tra professionisti della salute, mentre la gestione e l’analisi dei dati sanitari ha un impatto sia sulle prestazioni delle strutture che sulla qualità del servizio, potendo supportare gli iter diagnostici e di cura.

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