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CMIO e CNIO: nuove sfide, nuovi ruoli in Sanità

Con l’arrivo della Telemedicina e, soprattutto, delle applicazioni di supporto decisionale clinico e/o infermieristico basate sull’Intelligenza Artificiale, CMIO (Chief Medical Information Officer) e CNIO (Chief Nursing Information Officer) diventeranno indispensabili. I DG delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere dovranno scavare nei loro budget e nei loro organigrammi per fare loro spazio

Pubblicato il 01 Mar 2024

Paolo Colli Franzone

Presidente IMIS, Istituto per il Management dell’Innovazione in Sanità

CMIO-e-CNIO-sanità

Presto dovremo cominciare a familiarizzare con due nuovi acronimi: CMIO e CNIO.

Rispettivamente, Chief Medical Information Officer e Chief Nursing Information Officer.
Ovvero, due nuove figure professionali (C-level, e questo non è un dettaglio trascurabile) che, ovviamente, fuori dal nostro Paese esistono da un bel po’ di anni e che qui da noi stentano a decollare.

I CMIO e CNIO in Italia

Laureati in Medicina i primi e in Scienze Infermieristiche i secondi (qualcuno, a dire il vero, sostiene che CMIO e CNIO potrebbero essere genericamente “esperti di materia”, laureati in altre discipline, ma è davvero una stupidaggine), e con esperienza di reparto.

Persone che “hanno visto cose per davvero”, diciamo.

A dirla tutta, da qualche parte in Italia queste figure professionali esistono: ad esempio, in Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, dove sono state entrambe introdotte (gli acronimi sono diversi, ma la figura è quella) nel 2017, grazie a un Direttore Generale (Thomas Schael) visionario e coraggioso.
Ma probabilmente ci dobbiamo fermare qui, oppure possiamo estendere il “club” all’ASL Roma 2, dove un altrettanto visionario e coraggioso Direttore Generale (Giorgio Casati) ha affidato a un medico (Antonio Miglietta) la direzione dell’Unità Operativa Complessa Telemedicina.

Quanto guadagnano 

E dire che, in giro per il mondo, CMIO e CNIO guadagnano un bel po’ di soldi (rispettivamente, 190 mila e 145 mila dollari l’anno negli USA, valori medi di mercato), e qualche CMDO “star” supera i 300 mila dollari l’anno.

Retribuzioni assolutamente guadagnate, considerando che stiamo parlando di figure chiave all’interno degli ospedali ove prestano servizio.

Chi sono e cosa fanno CMIO e CNIO

In estrema sintesi, CMIO e CNIO rappresentano il “cliente” del CIO quando si parla di sistemi informativi clinici, con “diritto d’ultima parola” nella definizione delle specifiche per nuovi software. E hanno la responsabilità complessiva (quasi sempre, a diretto riporto del CIO, se parliamo di ospedali privati, o del Direttore Generale nel caso di ospedali pubblici) per le attività di “evangelizzazione digitale” nei confronti dei loro colleghi medici e infermieri.

Spetta a loro garantire che le informazioni sanitarie siano prodotte digitalmente (abolizione della carta!), che gli utenti abbiano un interlocutore “capace di parlare la loro lingua” quando chiedono migliorie ai software applicativi utilizzati e/o modificazioni nei processi di diagnosi, terapia, cura e assistenza in chiave digitale.

Ruoli indispensabili per AI, Telemedicina e non solo

Inutile dire che, laddove CMIO e CNIO esistono, i risultati si vedono: i sistemi informativi clinici sono completi e – soprattutto – utilizzati e molto ben graditi. Cosa che non sempre succede altrove, e gli esempi qui da noi non mancano di certo.

Con l’arrivo della Telemedicina, e soprattutto delle applicazioni di supporto decisionale clinico e/o infermieristico basate sull’Intelligenza Artificiale (per cortesia, non confondiamoci: non stiamo parlando di ChatGPT…), CMIO e CNIO diventeranno indispensabili, e i DG delle nostre Aziende Sanitarie e Ospedaliere dovranno scavare nei loro budget e nei loro organigrammi per fare loro spazio.

Sarà il caso di rimettere mano anche ai piani di studio universitari, magari introducendo l’obbligatorietà di almeno due esami nei percorsi di Laurea in Medicina e in Scienze Infermieristiche: Fondamenti di tecnologie digitali e Informatica Clinica. È impensabile, nel 2024, che un Medico o un Infermiere terminino i loro corsi accademici sprovvisti di competenze specifiche in materia di innovazione digitale.

CMIO, CNIO, CIO e Responsabile dell’Ingegneria Clinica: un poker di ruoli per l’Azienda Sanitaria Digitale

Un’Azienda Sanitaria “davvero digitale” dovrà quindi avere un quartetto di C-level (e si risottolinea “C-level”, a diretto riporto del DG!): CMIO, CNIO, il “tradizionale” CIO e il Responsabile dell’Ingegneria Clinica, con mansionari e confini prestabiliti e un obiettivo comune di trasformazione radicale – su basi nativamente digitali – dello status quo.

Alla fine, probabilmente dopo qualche borbottio, anche i fornitori apprezzeranno l’evoluzione dei loro clienti, così come lo faranno – finalmente – tutti gli utenti.
Forse (ma chissà se stiamo sperando troppo) anche loro, i produttori di tecnologie informatiche applicate alla Clinica, assumeranno un CMIO e un CNIO capaci di pilotare i destini dei software clinici lungo tutto il loro ciclo di vita.

Anche in questo caso, per quanto possa sembrare strano, di fornitori italiani che dispongono di medici e infermieri all’interno dei loro staff ce ne sono davvero pochi.

Provocazione finale: sarà forse per questo motivo che i software sanitari e clinici in Italia costano così poco e potrebbero invece, costare (e valere!) molto di più?

Nota ottimistica di chiusura: l’ormai ineluttabile obbligatorietà della Certificazione Dispositivo Medico per i software clinici renderà improcrastinabile un gran bel salto di qualità. Ed era proprio ora.

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