La Community Donne Protagoniste in Sanità nasce nel 2021 con lo scopo di creare una rete di Donne su scala nazionale ed elaborare un pensiero prevalentemente femminile che contribuisca allo sviluppo, alla crescita e all’innovazione, anche attraverso soluzioni originali secondo una concezione bottom-up.
In sintesi, la finalità primaria è quella di permettere alle Donne di intervenire nei fatti della realtà sanitaria e sociale che le circonda, consentendo una trasformazione attraverso cui le specificità femminili di cura, cuore, visione, coraggio, pazienza, senso ecologico, relazioni, sostegno, si insinuino nel mondo, trasformandolo.
Indice degli argomenti
Donne in Sanità: i valori della Community
Nella consapevolezza che i valori sono il vincolo fondamentale tra quello in cui si crede e il proprio comportamento, la Community Donne Protagoniste in Sanità si è primariamente dotata di una Carta dei valori, frutto di un processo di redazione partecipato.
I valori, che si configurano come la carta d’identità della Community Donne Protagoniste in Sanità, sono 6, come di seguito descritti:
- Rispettare la persona umana
- Umanizzazione e personalizzazione
- Comportamento responsabile
- Vissuto personale
- Multiprospettiva
- Dignità
- Costituzione Etica.
Si tratta di un impegno a sostenere il diritto alla salute e alla dignità dell’essere umano nella sua interezza, tenendo in egual considerazione gli aspetti fisici, biologici, psichici, culturali, sociali e storici che ne costruiscono la sua identità complessa.
È, quindi, un impegno a sostenere un approccio etico, olistico, a praticare l’ascolto e la reciproca comprensione, a portare l’attenzione sulla dimensione umana complessa, in tutte le traiettorie di innovazione del SSN, incluse la transizione digitale e quella tecnologica. Impegno che si esplica nel rispetto di valori e caratteristiche tra cui:
- Fare Rete
- Sorellanza
- Senso di appartenenza
- Spogliarsi del proprio ruolo
- Ascolto
- Coinvolgimento
- Mentorship.
Si fa riferimento al saper fare e al saper essere in una dimensione comunitaria, all’esercizio della sorellanza, solidarietà e dell’inclusione, alle pratiche di partecipazione nel prendere decisioni come donne, cittadine e professioniste.
Comporta l’impegno a fare rete, ad armonizzare interesse individuale e collettivo, a far crescere la coscienza e il senso di appartenenza alla comunità, la disponibilità a collaborare, a sostenersi nei momenti difficili, a mettere a disposizione le proprie competenze per lo sviluppo delle altre persone (mentoring e mentorship), mettendo in pratica principi e valori quali:
- Conoscere e condividere
- Ricerca
- Circolazione delle informazioni
- Condivisione
- Superamento del tecnicismo
- Rafforzamento delle competenze relazionali, di cooperazione, di coesione.
Far circolare i risultati della ricerca, le conoscenze, le esperienze, i dati, in formato aperto e riutilizzabile liberamente, per promuovere la trasparenza e l’accesso alle informazioni utili per decidere, partecipare, proporre nuove soluzioni a problemi comuni.
La Community Donne Protagoniste in Sanità promuove lo sviluppo di nuove competenze (oltre a quelle tecniche, competenze relazionali, di cooperazione e coesione) nelle comunità professionali e civiche nelle quali le donne operano, rendendo disponibili quelle di cui sono portatrici, con l’obiettivo di coltivare nuovi talenti.
Il tutto in armonia con i seguenti valori:
- Rispetto dell’ambiente
- Scelte ecosostenibili
- Bene comune
- Responsabilità sociale
- Approccio One-Health.
Le Donne della Community Donne Protagoniste in Sanità sostengono l’esercizio costante della responsabilità ambientale nel SSN e lo sviluppo di politiche esplicite e di obiettivi, a tutti i livelli, per migliorare l’impronta ecologica dei Servizi Sanitari, accompagnando i processi di innovazione perché siano ecologicamente sostenibili. Credono che la responsabilità per l’ambiente debba caratterizzare la responsabilità sociale delle organizzazioni sanitarie, in una visione olistica di salute globale per tutto il pianeta (approccio “One-Health”).
Il tutto ruota attorno ai seguenti valori:
- Promuovere equità nel SSN
- Inclusione
- Uguaglianza ed Equità
- Attenzione alla fragilità.
Le Donne della Community Donne Protagoniste in Sanità, inoltre, incentivano lo sviluppo di criteri e standard di qualità dei servizi all’interno della definizione dei LEA, per promuovere l’accesso a servizi sanitari di buona qualità su tutto il territorio nazionale.
Intercettare le diversità, abbracciare le persone nella loro complessità e fragilità e garantire le migliori opportunità a chi è in posizione svantaggiata fa parte dell’impegno della Community, ispirato da valori quali:
- Immaginazione del futuro (andare oltre)
- Visione prospettica
- Multi-improbabilità
- Concretezza e pragmatismo
- Curiosità
- Coraggio.
Significa, cioè, essere curiose, creative, coraggiose, cercare collaborazioni inattese e improbabili che permettano di disegnare possibili futuri, scenari finora impensati: rompere gli steccati tra professioni e discipline, partecipare allo sviluppo di nuove conoscenze trans-disciplinari, promuovere l’integrazione tra saperi tecnici e saperi umanistici nei curricula formativi dei professionisti della Sanità, incoraggiando gli approcci multidimensionali e le contaminazioni.
Per le Protagoniste il lògos è azione, i valori devono essere rappresentati da attività concrete e perciò hanno un carattere pragmatico.
Il ruolo cruciale delle Donne in Sanità e nella Medicina
Le donne assumono 3 ruoli fondamentali nel sistema salute:
- fruitrici delle cure
- erogatrici di cura
- caregiver/carepartner.
Dal punto di vista del genere, le malattie croniche mostrano una preponderanza maggiore nelle donne, mediamente più anziane e, dunque, più esposte a patologie correlate all’invecchiamento.
Dai dati del Network Health Search (HS) della Medicina Generale in Italia, emerge che la prevalenza di pazienti con multicronicità risulta in crescita dal 2015 (23,9%) al 2020 (25,2%), interessando maggiormente le donne rispetto agli uomini (nel 2020, valori rispettivamente pari a 28,6% e 21,6%).
Attualmente, sono disponibili studi che evidenziano differenze di genere in numerosi ambiti patologici. In particolare, risulta una prevalenza maggiore nel genere femminile per alcune patologie, come l’osteoartrosi (20,1% vs 12,2% negli uomini), i disturbi tiroidei (26,0% vs 7,4% negli uomini) e l’asma (9,6% vs 8,2% negli uomini).
Il tema della Medicina di genere è recente perché la Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica, relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti specifici correlati alla riproduzione.
Il 13 giugno 2019, il Ministro della Salute ha approvato formalmente il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere sul territorio nazionale firmando il decreto attuativo relativo alla Legge 3/2018.
Le donne, infatti, si ammalano di più, consumano più farmaci, sono più soggette a reazioni avverse e sono “svantaggiate” socialmente rispetto agli uomini (violenze fisiche e psicologiche, maggiore disoccupazione, difficoltà economiche).
Inoltre, le donne, per le stesse patologie, possono presentare, rispetto agli uomini, segni e sintomi diversi (infarto del miocardio) o diverse localizzazioni (neoplasie del colon, melanoma).
Risulta necessario, quindi, promuovere la conoscenza della Medicina di Genere presso tutti gli operatori della sanità e la popolazione generale, coinvolgendo il mondo del giornalismo e dei media e individuando strumenti dedicati al trasferimento dei contenuti di comunicazione ai target, informando e sensibilizzando i professionisti sanitari e i ricercatori sull’importanza di un approccio di genere in ogni settore della Medicina.
Le donne nel Sistema Sanitario Nazionale
Le donne costituiscono, inoltre, la maggioranza degli operatori del SSN, rappresentando il 78% degli infermieri e il 49,9% dei medici: un cambiamento epocale considerato che, solo nel 1877, Ernestina Puritz-Manasse (Odessa, 1846 – Firenze, 14 febbraio 1926) fu la prima donna a conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia in Italia (presso l’Istituto di Studi Superiori fiorentino) e nel 1896 venne istituita a Napoli la Scuola della “Croce Azzurra”, affidata per la prima volta ad un’infermiera, Grace Baxter, formatasi all’università John Hopkins di Baltimora.
Come il genere del curante influenzi la sua performance è un elemento che ancora oggi viene scarsamente considerato.
Evidenze scientifiche dimostrano non solo come le donne siano più efficacemente empatiche nel rapporto medico – paziente, ma anche come manifestino una maggiore aderenza alle linee guida e alla Evidence Based Medicine, nonché una innata capacità di mediare fra posizioni differenti nei processi decisionali.
Quest’ultima caratteristica risulta fondamentale tanto nella presa in carico del paziente che nel nuovo modello assistenziale. È caratterizzata da un approccio multidisciplinare di continuo confronto in equipe, nei diversi livelli dell’organizzazione sanitaria, laddove è auspicabile che le donne arrivino a ricoprire una percentuale sempre maggiore di ruoli apicali.
In base agli ultimi dati disponibili del conto annuale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, le donne rappresentano il 63,5% del personale dipendente del SSN ma, dall’ultimo Rapporto Oasi 2019 dell’Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano, a cura di Cergas e Bocconi, emerge che, sebbene le donne complessivamente rappresentino il 44% del totale di medici e odontoiatri, solo il 32% dei direttori di struttura semplice e il 16% dei direttori di struttura complessa è donna.
La necessità di un approccio Gender Mainstreaming
Sorge spontaneo chiedersi come sia possibile attuare appieno la normativa sulla Medicina di genere di fronte ad una tale sottorappresentazione delle donne in ruoli decisionali.
In quest’ottica, diviene fondamentale applicare, all’interno delle organizzazioni sanitarie, un approccio Gender Mainstreaming, incentivando iniziative utili a favorire il reale inserimento delle donne nei ruoli apicali, attraverso l’utilizzo di strumenti quali i Comitato Unico di Garanzia, il Gender Management, la certificazione e il bilancio di genere.
Quest’ultimo, in particolare, permette una valutazione dei bilanci basata sul genere con una conseguente riallocazione delle risorse (economiche, ma anche umane e strumentali) nell’ottica della promozione dell’uguaglianza.
Donne in Sanità: il ruolo di caregiver/carepartner
Le donne, in ambito Sanità, rappresentano, infine, l’80% dei caregiver/carepartner, quali figure principali nella gestione e cura di bambini e anziani.
La differenza d’impegno tra uomini e donne in sanità, nell’attività di cura, viene evidenziata anche nell’ultimo rapporto mondiale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro secondo cui le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura con un tempo quotidiano stimato di 5 h e 5 minuti a fronte di 1h e 48 minuti impegnate da parte degli uomini.
Questo dato pone l’Italia al quinto posto nel continente europeo (dopo Albania, Armenia, Portogallo e Turchia).
Va ricordato che, anche nel nostro Paese, la situazione determinata dal Covid-19 relativamente alle restrizioni e al lavoro da casa ha comportato per le donne carichi di cura addizionali e straordinari, dovuti all’interruzione della scuola, dei servizi per l’infanzia e per gli anziani.
Il ruolo di caregiver è sempre più svolto di routine per l’86% delle donne italiane con diversi gradi d’intensità. Un terzo di queste donne lavora senza aiuti, e circa la metà si affida a collaborazioni saltuarie in famiglia: questo incide sulla propria soddisfazione personale e, come evidenziato da molti studi, il carico di incombenze diventa fonte di forte stress psicofisico.
Per le donne lavoratrici, inoltre, la situazione si aggrava ulteriormente, dal momento che solo una su quattro può avere accesso al part time, allo smart working o agli asili assistenziali.
La lettura di questi dati evidenzia in modo preponderante la necessità di una riorganizzazione del SSN che sia sempre più prossimo alle esigenze delle comunità, degli assistiti e dei caregiver, in un contesto – epidemiologico, sanitario, ma anche sociale – su cui ha fortemente impattato anche la recente pandemia da Sars – Cov-2.
In questo contesto, è sempre più impellente l’esigenza di promuovere un ruolo attivo delle donne, in Sanità e non solo, nella progettazione di nuovi modelli organizzativi che possano incontrare il bisogno di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, attraverso l’utilizzo di orari flessibili, l’implementazione del lavoro agile e dello Smart Working nonché la promozione della condivisione del lavoro familiare e di cura fra donne e uomini.
PNRR, DM77 e parità di genere
Il PNRR e il DM77 hanno dato un impulso significativo all’approccio di genere, sia nella presa in carico dei pazienti che nella riorganizzazione della medicina territoriale.
Il PNRR stesso individua la parità di genere come uno dei tre obiettivi trasversali comuni a tutte le 6 missioni che lo compongono.
In particolare, la Missione 6 Salute è finalizzata ad una riorganizzazione del SSN.
L’approvazione del PNRR ha dato nuova linfa al processo di ripensamento dell’assetto organizzativo del modello di assistenza territoriale, con la proposta di un sistema organico di misure promosse, in particolare, per l’assistenza agli anziani non autosufficienti (Case di Comunità, potenziamento dell’assistenza domiciliare anche attraverso la Telemedicina – intesa come strumento che serva a rispondere ai bisogni dei malati, del personale sanitario, dei cittadini e dei Governi -, realizzazione di “Ospedali di Comunità”, valorizzazione del ruolo dell’Infermiere e Infermiera di Famiglia e di Comunità nelle cure primarie).
Una tale riorganizzazione è stata ulteriormente rafforzata dall’emanazione del Decreto Ministeriale (DM) n. 77 del 23 maggio 2022 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario”.
Il Decreto fa da cornice al modello per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario nazionale e individua per la prima volta gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza territoriale (ad esempio Case di Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali) e al sistema di prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico.
In questo nuovo modello assistenziale diventa un tratto prioritario fare rete e favorire l’integrazione tra le risorse, allo scopo di incanalare l’assistenza territoriale sulla strada della medicina personalizzata, che non può prescindere dalle numerose differenze osservate in medicina tra uomini e donne.
Il libro Donne. Salute. Territorio
“Donne. Salute. Territorio” è definito da tre termini che rappresentano la volontà di raccontare, dal punto di vista delle Donne Protagoniste, la strada che si sta percorrendo verso un modello organizzativo di salute che fa dell’integrazione con il territorio la sua parola d’ordine.
Integrazione tra ospedale e territorio, tra figure appartenenti ad ambiti disciplinari diversi, tra professionisti e pazienti, tra professioni tradizionali ed emergenti, tra protocolli specialistici e visione olistica della cura.
Negli ultimi 15 anni si sono sovrapposti due fattori epocali: la grande recessione del 2008, che è stata una classica crisi del sistema internazionale della finanza e che ha esercitato i suoi effetti indiretti anche sul finanziamento pubblico, e la grande pandemia da Covid-19, che ha dato luogo ad una crisi non solo sanitaria ma anche economico sociale.
Negli anni 2010-2019 sono stati sottratti alla sanità pubblica oltre 37 miliardi di euro e, complessivamente, il FSN è aumentato di € 8,2 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,15%). La stagione della pandemia (2020-2022) ha visto poi aumentare il FSN complessivamente di € 11,6 miliardi, crescendo in media del 3,4% annuo; tuttavia, questo netto rilancio del finanziamento pubblico è stato, di fatto, assorbito dai costi della pandemia COVID-19, non ha consentito rafforzamenti strutturali del SSN ed è stato insufficiente a tenere in ordine i bilanci delle Regioni.
Infine, la Legge di Bilancio 2023 ha incrementato il FSN per gli anni 2023, 2024 e 2025, rispettivamente di € 2.150 milioni, € 2.300 milioni e € 2.600 milioni.
Nel Documento di Finanzia Pubblica (DEF) 2023 il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026.
In termini assoluti, nel triennio 2024-2026, è stimato (6° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale) un incremento della spesa sanitaria di soli € 4.238 milioni (+1,1%).
Il 6° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (fonte: fondazione GIMBE)
In tale quadro, non si può tuttavia perdere di vista il contesto globale del sistema salute alla luce del concetto di sviluppo sostenibile, i cui pilastri sono rappresentati dalla sostenibilità (nelle dimensioni economica, sociale ed ecologica), equità ed evoluzione.
Per quanto concerne la sostenibilità, l’Agenda 2030, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, inclusa l’Italia, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, si basa sui 5 concetti chiave (Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta) mostrati in Figura 1.
L’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030 (Figura 2).
Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e tutte le componenti della società (imprese private e del settore pubblico, società civile e operatori dell’informazione e della cultura).
L’approccio alla base di tali Obiettivi è quello della One Health, che vuol dire riconoscere che la salute delle persone e dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e che servono approcci e sforzi globali per progettare e implementare programmi, politiche, norme e ricerche in cui diversi settori cooperino per raggiungere migliori risultati per la salute pubblica.
Sempre l’Agenda 2030, in tema di equità, sottolinea la necessità di parità di accesso di tutti i cittadini al sistema sanitario ed abbattimento di ogni forma di disuguaglianza nello stato ed esito di salute nei goal mostrati in Figura 3.
Nel contempo, siamo in un momento storico caratterizzato da una rapida evoluzione, da grandi cambiamenti epidemiologici, demografici, sociali e tecnologici, dal graduale invecchiamento della popolazione e dallo spostamento della domanda di cura dal bisogno acuto a quello cronico.
Occorre ripensare tutto il modello organizzativo e di responsabilità verso la persona malata, realizzando interventi efficaci e sempre più personalizzati per supportare la persona dal ricovero ospedaliero al rientro a domicilio, anche alla luce delle sfide poste dagli interventi previsti dal PNRR e dal DM 77.
Si fa sempre più forte l’esigenza di un cambio di paradigma al fine di far quadrare la trasformazione in un sistema culturale omogeneo, universalistico e coerente con i valori di inclusività e coesione che caratterizzano, dalla sua nascita, il sistema sanitario nazionale italiano.
Lo stesso quadro normativo più recente dimostra l’attenzione sempre più crescente al tema della territorialità attraverso il Piano della Cronicità 2015, Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021, Decreto-legge n. 34/2020, Legge n. 234/2021, PNRR, DM n. 77/2022 e Legge n. 33/2023.
Il Libro nasce, quindi, allo scopo di descrivere, a partire dal territorio, i grandi cambiamenti in essere con le criticità del contesto e le possibili proposte per supportarli.
Metodo di lavoro per la redazione del Libro
Il Libro è stato frutto di un’elaborazione partecipata da parte delle Donne protagoniste e consta di 16 capitoli ed 1 focus frutto del lavoro di 17 tavoli di lavoro online da aprile a maggio 2023 (225 donne protagoniste) e 17 tavoli in presenza a giugno 2023 (201 donne protagoniste).
Da luglio a ottobre 2023, tramite un intenso lavoro da remoto, si è provveduto alla stesura definitiva e revisione del libro e, a ottobre 2023, si sono svolti incontri di confronto sull’ultima revisione.
Ciascun capitolo è stato strutturato secondo uno schema predefinito:
– Introduzione
– Epidemiologia e Box dati
– Contesto attuale e riferimenti normativi
– Criticità
– Proposte
– Box SWOT Analysis
– Box Esperienza virtuosa
– Box Telemedicina
– Bibliografia e normativa
– Una Mentor per Noi
I capitoli del libro sono i seguenti:
1 – Il nuovo volto del Distretto: una comunità partecipata e partecipante che si fa carico della prossimità
2- La prospettiva di genere nei percorsi delle nuove professioni del territorio (IFC, il fisioterapista di comunità, lo psicologo di comunità, l’assistente sociale e le altre professioni sanitarie)
3A – Lo sviluppo delle reti territoriali per farsi carico della cronicità: la rete oncologica e l’oncologia territoriale
3B – Lo sviluppo delle reti territoriali per farsi carico della cronicità: la rete delle malattie croniche
3C – Lavorare in squadra: il territorio e le equipe multidisciplinari
4 – Lavorare in squadra: il territorio e le equipe multidisciplinari
5 – Radiologia Domiciliare
6 – Quando la telemedicina vuol dire sviluppo, prossimità ed equità
7 – Come misurare il Territorio: sistema informativo, performance e indicatori
8 – La Prevenzione e la rete consultoriale: uno spazio per la contraccezione?
9 – Il potenziamento e l’evoluzione dell’assistenza domiciliare
10 – Salute e Ambiente
11 – Territorio e ospedale: tessuti pubblici per la garanzia del bene salute
12 – Il territorio e la gestione dei percorsi dell’urgenza
13 – Medicina penitenziaria e Genere
14 – Medicina di Genere e Territorio
FOCUS Donne ed Emicrania
SSN: ridisegnarne il modello sulle nuove esigenze di cura
I cambiamenti demografici mostrano un graduale invecchiamento della popolazione: il prolungato calo della natalità, la bassa mortalità e il conseguente allungamento della durata media della vita hanno modificato la composizione della popolazione inducendo nuove esigenze di cura.
In particolare, la domanda di cura si muove costantemente dal bisogno acuto ad uno cronico con la necessità di ripensare tutto il modello organizzativo e di responsabilità verso la persona malata.
Si chiede, quindi, di disporre di interventi efficaci e sempre più personalizzati, che sappiano supportare la persona dal ricovero ospedaliero al rientro a domicilio, per tutto il periodo della riabilitazione e reinserimento nella quotidianità della vita.
L’offerta di cura richiede la creazione di un microcosmo attorno al paziente, in cui la terapia medica rimane centrale, ma raggiunge il successo grazie all’attivazione di servizi tra cui quelli logistici, alberghieri, di supporto psicologico e sociale, con la presenza di figure professionali specialistiche capaci di lavorare in squadra.
Tutto ciò, malgrado le recenti politiche di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica in campo sanitario, ultimamente operate nel nostro Paese.
Donne in Sanità: il ruolo femminile perno della trasformazione
Da un lato, quindi, la necessità di un cambio radicale di paradigma, dall’altro l’esigenza di far quadrare la trasformazione in un sistema culturale omogeneo, universalistico e coerente con i valori di inclusività e coesione che caratterizzano, dalla sua nascita, il sistema sanitario nazionale italiano.
Da qui, il bisogno di descrivere, nel libro Donne. Salute. Territorio, a partire dal territorio, i grandi cambiamenti in atto con le criticità del contesto e le possibili proposte per supportarli.
“Donna”, allora, diventa sia una prospettiva di lettura, sia una lente d’ingrandimento sul ruolo femminile che è perno centrale di una profonda trasformazione.
Il confronto temporale mostra come il quadro di riferimento sia in continua evoluzione e come la presenza femminile si stia facendo sempre più importante in tutte le categorie professionali, inclusa quella medica.
Per il sistema sanitario, inoltre, le donne rappresentano coloro che si ammalano di più.
Infatti, se è vero che, rispetto agli uomini, hanno un’aspettativa di vita più lunga, è altrettanto vero che peggiore è la loro qualità della vita.
Per questo, particolare attenzione dovrà essere data alla facilitazione dell’accesso ai servizi e alla Medicina di genere, dalla fase di prevenzione a quella di cura e riabilitazione.
Donne che lavorano all’interno del sistema sanitario, donne che prestano cura al di fuori del sistema sanitario, donne che hanno bisogno di fruire del sistema sanitario. Donne che, purtroppo, sono ancora vittime di discriminazione e per cui è importante tenere alta l’attenzione sul diritto all’equità di genere, nel mondo del lavoro e al di fuori.
Il Libro Donne. Salute. Territorio, dunque, si pone l’obiettivo di mettere a fuoco l’evoluzione del servizio sanitario sul territorio, sottolineando l’importanza dell’equità e dell’inclusione, che sia geografica, etnica, culturale, di genere, offrendo proposte pragmatiche per affrontare le sfide davanti a noi.