Etica e deontologia

Medici e social media: le regole da rispettare

Uso appropriato ed etico delle piattaforme di social media da parte dei medici: In Italia, mancavano le raccomandazioni da parte di organismi istituzionali mentre, in tanti Paesi, diverse associazioni mediche si sono espresse. FNOMCeO ha colmato questa lacuna

Pubblicato il 18 Ott 2023

Eugenio Santoro

Unità di ricerca per la sanità digitale e le terapie digitali, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

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I social media ricoprono un ruolo fondamentale nella comunicazione audio-video e nell’informazione.

L’ultimo rapporto di Hootsuite, “We are Social 2022”, quantifica in 4,6 miliardi (pari al 59%) il numero di persone che nel mondo usano almeno una piattaforma di social media.

In Italia, si stima che questa percentuale si attesti al 72%, pari a circa l’85% di chi naviga in rete. Secondo l’ultimo rapporto Censis, in Italia YouTube è la piattaforma più usata (con il 66%), seguita da Facebook (65%), Instagram (50%), TikTok (28%), X (l’ex Twitter, 15%) e LinkedIn (13%), con importanti differenze per età.
Lo stesso report evidenzia che oltre l’83% degli italiani comunica via Whatsapp.

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Circa il 60% di persone al mondo utilizza almeno una piattaforma di social media (fonte: We Are Social)

Medici e social media: lo stato dell’arte

In anni recenti, il ruolo dei social media è cresciuto notevolmente in ambito medico grazie all’apertura di profili da parte di società scientifiche, riviste mediche, università e centri di ricerca, aziende sanitarie territoriali ed ospedali, strutture sanitarie private. Ad essi sono riconosciuti vantaggi nel favorire l’aggiornamento del medico, il confronto con i propri colleghi e l’ampliamento delle proprie reti sociali e professionali.

La comunità scientifica è concorde nel riconoscere che l’uso dei social media da parte dei medici nella comunicazione con il cittadino e con i pazienti può favorire la diffusione di messaggi di sanità pubblica, migliorare la qualità dell’informazione a cui il pubblico può accedere e sostenere la lotta alle fake news.

Per tutte queste ragioni, sono molti i medici che hanno un profilo sulle principali piattaforme di social media. Come chiunque altro, usano Facebook per condividere conoscenze, X (l’ex Twitter) per informarsi (su argomenti professionali o, semplicemente, su temi di loro interesse al di fuori della sfera professionale), pubblicano le foto su Instagram, cercano opportunità di lavoro su Linkedin. Come chiunque altro, poi, usano Whatsapp e altri sistemi di Instant Messaging, attraverso i quali  comunicano con i propri cari e, sempre più spesso, con i propri assistiti per rispondere  alle loro richieste di esami o di ricette.

Medici, social media e altri sistemi di comunicazione: i problemi di un uso non corretto

L’uso non appropriato di questi strumenti da parte dei medici li espone, tuttavia, al rischio di compromettere il tradizionale rapporto medico-paziente e, nei casi più gravi, a quello di possibili azioni legali per non aver osservato, consapevolmente o inconsapevolmente, la privacy dei pazienti o per aver messo in discussione la reputazione o la professionalità di colleghi.

Simili considerazioni possono essere fatte per l’interazione medico-paziente mediata dalla posta elettronica o da sistemi di Instant Messaging, oggi praticata da numerosissimi medici attraverso una comunicazione sincrona o asincrona senza che siano chiare regole e modalità d’uso coerenti con la deontologia professionale.

Le implicazioni dal punto di vista deontologico sono quindi numerose e rilevanti.

Le raccomandazioni FNOMCeO

Partendo dalle suddette considerazioni, FNOMCeO (la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) ha diffuso il documento “Raccomandazioni sull’uso di social media, di sistemi di posta elettronica e di instant messaging nella professione medica e nella comunicazione medico-paziente.

Tale documento è stato elaborato da chi scrive (Eugenio Santoro, ndr.) insieme a Guido Marinoni, Guerino Carnevale e Francesco Del Zotti  per conto del Gruppo di Lavoro Information and Communications Technology della FNOMCeO, coordinato da  Giacomo Caudo.

Le raccomandazioni sono il risultato dell’estenuante lavoro dell’attuale e del precedente gruppo ICT di FNOMCeO e prendono spunto da documenti simili prodotti negli anni scorsi da importanti società scientifiche come British Medical Association, American Medical Association, American College of Physician, Canadian Medical Association, Australian Medical Association e, in Italia, Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI).

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Medici e social media: cosa prevedono i 16 punti delle raccomandazioni

Riguardo ai social media, le raccomandazioni contengono un elenco di 16 punti che ruotano attorno a specifici aspetti come la riservatezza dei dati, la gestione delle richieste di amicizia da parte dei pazienti, la creazione di più profili (personale e professionale), la dichiarazione di eventuali conflitti di interesse e l’uso diffamatorio o ambiguo dello strumento quando usato per generare fake news o, comunque, affermazioni non scientifiche.

Analizziamo in dettaglio cosa raccomandano al medico questi 16 punti:

  1. Nell’uso di piattaforme di social media, osserva i principi deontologici e rispetta i confini professionali prevedendo, eventualmente, l’apertura di due profili, uno personale e uno professionale
  2. Dichiara che stai parlando a nome personale e non a nome della struttura in cui lavori
  3. Controlla il profilo di chi ti chiede l’amicizia (per quelle piattaforme di social media – come, per esempio, Facebook – per le quali la relazione è sottoposta a un processo di abilitazione)
  4. Usa cautela nell’accettare amicizie dagli assistiti/pazienti (sia nel caso di profili professionali che personali) evitando di pregiudicare la relazione medico-paziente
  5. Attraverso i profili (personale o professionale) contribuisci a diffondere la cultura scientifica e l’informazione sanitaria scrivendo di salute (prevenzione, salute pubblica, promozione della salute, lotta alle fake news) e non di “medicina”e di cure, in modo da favorire l’empowerment del cittadino
  6. Assicurati della validità scientifica dei contenuti diffusi attraverso i post
  7. Non fornire consigli clinici individuali
  8. Non pubblicare o condividere post che contengono dati sanitari personali
  9. Usa cautela nell’esprimere giudizi/opinioni/commenti sugli assistiti, anche quando questi sono ritenuti anonimi
  10. Ricordati che sui social media la diffamazione e il mancato rispetto della privacy e del diritto d’autore sono reati perseguibili dalle leggi italiane
  11. Ricordati che quanto pubblichi sui social media può essere accessibile da chiunque e può rimanere disponibile indefinitamente
  12. Ricordati che una volta che un post è stato pubblicato l’autore perde il controllo sulla sua diffusione
  13. Prima di pubblicare un post, rifletti sul modo in cui i contenuti saranno percepiti dai cittadini e sulle possibili conseguenze che essi possono avere
  14. Gestisci al meglio la tua privacy e i profili personali: gli strumenti disponibili allo scopo sulle piattaforme di social media sulle quali si è deciso di aprire un account possono fare molto, se usati bene
  15. La discussione di casi clinici attraverso le piattaforme di social media deve garantire l’anonimato e la non riconoscibilità
  16. Si suggerisce di esplicitare nel post eventuali conflitti di interessi con un “tag” elettronico (per esempio #COI o #noCOI) o con un link a una “disclosure form”.

Le raccomandazioni sull’uso della posta elettronica

Meno controverso è il dibattito relativo all’impiego della posta elettronica per lo scambio di informazioni tra medico e paziente, supportato da diversi studi e revisioni sistematiche condotti per misurarne l’efficacia.

Tali studi suggeriscono che la posta elettronica può essere uno strumento prezioso:

  • nella gestione del follow-up dopo una visita convenzionale
  • nel self-management di un disturbo
  • nel garantire il mantenimento di un rapporto proficuo tra malato e curante nella continuità dell’assistenza
  • nel fornire link e materiali di approfondimento su specifiche tematiche che lo riguardano
  • per gestire la routine medica (fissare appuntamenti, gestire le situazioni non di emergenza,  inviare ai pazienti dei richiami per le vaccinazioni)

Queste raccomandazioni sono frutto di una rielaborazione e contestualizzazione alla situazione italiana – da parte dello stesso Gruppo di Lavoro ICT di FNOMCeO – delle norme identificate alcuni anni fa da American Medical Association.
Tuttavia, nella consapevolezza che la maggior parte dei sistemi di posta elettronica non offre meccanismi semplici di cifratura dei messaggi né funzioni che facilitano l’organizzazione del lavoro del medico, il gruppo suggerisce l’ulteriore sviluppo e maggiore impiego di piattaforme sul web che gestiscono la comunicazione in ambienti protetti e che si integrano con i sistemi per la gestione della scheda sanitaria elettronica oggi usati dalla maggioranza dei medici italiani.

Queste, in dettaglio, le raccomandazioni sull’uso della posta elettronica:

  1. Usa questa modalità di comunicazione solo nel caso di pazienti conosciuti
  2. Ottieni preventivamente un consenso previa un’ adeguata informativa al paziente all’impiego di tali sistemi anche con le modalità specifiche definite dagli organi regolatori per la tipologia di attività
  3. Richiedi al paziente di non usare questi sistemi nei casi di urgenza
  4. Informa i pazienti se altri avranno accesso alle loro informazioni (nel caso ciò sia possibile)
  5. Non inviare mai a terzi immagini o messaggi che includono informazioni che possano rendere riconoscibile un paziente in assenza del suo consenso
  6. Ove possibile, genera automaticamente una risposta di notifica della ricezione di un messaggio inviato dal paziente
  7. Stabilisci i giorni e gli orari nei quali essere disponibili a rispondere alle domande poste attraverso questi strumenti
  8. Stabilisci un tempo massimo per rispondere ai messaggi
  9. Identifica un formato standard di messaggio per rendere più agevole la comunicazione
  10. Ove possibile, archivia i messaggi con le relative conferme di ricezione e, ove possibile, allegali alla cartella clinica elettronica/scheda sanitaria
  11. Usa i sistemi di cifratura dei messaggi (per consentire che questi possano essere decodificati e letti solo dal reale destinatario)
  12. Usa sistemi di backup dei dati per evitare perdite di dati e conversazioni importanti
  13. Per tutte le attività che richiedono la comunicazione di dati sensibili, è meglio orientarsi verso piattaforme sul web che gestiscono la comunicazione in ambienti protetti e sicuri e che integrano gli oggetti della comunicazione con i sistemi per la gestione della cartella clinica/ scheda sanitaria.

Il messaggio delle raccomandazioni

In sintesi, il messaggio delle raccomandazioni è quello di rispettare, anche sui social così come nella vita reale, i principi del Codice di Deontologia Medica.

Le proposte di raccomandazioni – che non costituiscono ancora la posizione ufficiale della FNOMCeO – potrebbero essere una base di partenza per modificare e ampliare, anche con linee guida allegate, gli articoli del Codice Deontologico relativi all’Informatizzazione e innovazione, all’Informazione e Comunicazione e alla Pubblicità sanitaria.

Maggiori informazioni sul documento che – oltre alle raccomandazioni sull’uso delle piattaforme di social media e dei sistemi di posta elettronica – contiene anche alcuni suggerimenti sull’impiego di Whatsapp e di altri sistemi di Instant Messaging, sono disponibili sul portale di FNOMCeO.

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