Immaginiamo un’Italia dove il sistema sanitario sia un faro di speranza e umanità. Un luogo dove ogni persona che entra in un ospedale o in uno studio medico senta di essere ascoltata, compresa e trattata con dignità.
Questa non è una visione utopica, ma il futuro che possiamo costruire insieme, unendo le forze del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), dei cittadini e del Terzo Settore.
Indice degli argomenti
Una storia di cura, comportamento e bene comune
Anna ha sempre saputo che la sua salute era una priorità, ma non aveva mai sperimentato cosa significasse veramente essere al centro di una relazione medico-paziente. Le visite mediche, per lei, erano sempre state un’esperienza fredda e meccanica: numeri, esami, prescrizioni. Ma tutto è cambiato quando ha incontrato il dottor Rossi, un medico che ha capito che il bene comune inizia con l’attenzione al singolo.
Il dottor Rossi non si è limitato a prescrivere farmaci. Ha ascoltato Anna, ha capito le sue paure e le sue preoccupazioni. Non era solo un medico, ma un alleato nella sua lotta contro la malattia.
“Siamo insieme in questo percorso,” le disse. E quelle parole, semplici ma potenti, cambiarono tutto. Anna non era più sola. La sua cura non era più solo una questione clinica, ma un cammino condiviso, basato su una fiducia reciproca.
Relazione tra medico e paziente: un ruolo cruciale per il SSN
La relazione tra medico e paziente è il cuore pulsante di un sistema sanitario efficace. Non è solo una questione di competenza medica, ma di umanità.
La Medicina centrata sul paziente non è una moda passeggera, ma una necessità per promuovere il bene comune. Perché quando il paziente è visto e trattato come una persona con una storia, dei valori e delle emozioni, tutta la società ne beneficia.
Ma non basta una buona relazione tra medico e paziente per risolvere le sfide del nostro sistema sanitario. Come racconta il dottor Rossi durante le sue riflessioni, “Il sistema è complesso, e ogni giorno ci scontriamo con limiti organizzativi, pressioni burocratiche e la necessità di fare sempre di più con sempre meno.”
Gli effetti del marketing comportamentale in Sanità
È qui che entra in gioco il marketing comportamentale, una scienza che studia come influenzare positivamente i comportamenti delle persone per migliorare i risultati in ambito sanitario.
Prendiamo l’esempio di Carlo, un altro paziente del dottor Rossi, che da anni convive con una malattia cronica. La sua esperienza con il sistema sanitario era stata un susseguirsi di frustrazioni: appuntamenti mancati, diagnosi tardive e una sensazione di essere solo un numero in una lista d’attesa. Ma un cambiamento semplice, come l’adozione di una piattaforma digitale che lo ha aiutato a gestire meglio le sue visite e le sue terapie, ha fatto una grande differenza nella sua vita. Questo approccio, che integra la tecnologia con la cura umana, è parte di una strategia più ampia di marketing comportamentale che mira a migliorare l’efficacia delle cure e la soddisfazione dei pazienti.
L’importanza del Terzo Settore per il bene comune
E poi c’è il Terzo Settore, quel tessuto prezioso della nostra società che spesso agisce dietro le quinte, ma che è fondamentale per il bene comune. Le associazioni di volontariato, le organizzazioni non profit e le iniziative comunitarie sono il cuore pulsante che completa l’opera del SSN.
Viene in mente la storia di Maria, che si è ritrovata improvvisamente sola e spaventata dopo una diagnosi di cancro. Ma, grazie al supporto di un’associazione di volontariato, non solo ha ricevuto il sostegno emotivo di cui aveva bisogno, ma anche un aiuto concreto per affrontare le sfide quotidiane, dalle difficoltà burocratiche alla gestione delle terapie.
Questo è ciò che Stefano Zamagni chiama “sussidiarietà circolare“: un modello in cui il pubblico, il privato e il Terzo Settore lavorano insieme per creare un sistema più giusto e inclusivo. Non si tratta solo di offrire cure mediche, ma di costruire una comunità in cui ogni cittadino possa sentirsi parte di qualcosa di più grande, in cui il benessere individuale e collettivo sono strettamente intrecciati.
La vera rivoluzione, però, sta nel vedere il bene comune non come un concetto astratto, ma come qualcosa di tangibile, che si realizza ogni giorno nelle piccole e grandi azioni. È il dottor Rossi che, con un sorriso e una parola gentile, fa sentire i suoi pazienti parte di una famiglia. È l’infermiera che, con pazienza e dedizione, accompagna ogni paziente in un percorso difficile. È la comunità che si stringe intorno a chi soffre, offrendo sostegno non solo attraverso le istituzioni, ma anche con gesti di solidarietà concreta.
Puntare sull’Educazione per un welfare inclusivo
Ma come possiamo fare in modo che tutti partecipino a questa grande opera collettiva? La risposta sta nell’educazione al welfare. Educarsi al welfare significa imparare a vedere il sistema sanitario non solo come un servizio che riceviamo, ma come un bene comune a cui tutti contribuiamo. Significa promuovere una cultura della salute e del benessere che coinvolga attivamente ogni cittadino.
Per costruire questo nuovo welfare, dobbiamo iniziare con l’educazione. Dobbiamo educare i cittadini a diventare non solo utenti, ma partecipanti attivi, capaci di comprendere, criticare e migliorare il sistema. Questo richiede una profonda trasformazione culturale, che parta dalle scuole, dalle comunità e dalle famiglie, e che si estenda a ogni angolo della società. Solo così potremo creare un welfare veramente inclusivo, capace di rispondere ai bisogni di tutti e di promuovere il bene comune.
Non solo una storia, ma una visione per il futuro
Immaginiamo un’Italia in cui ogni cittadino sa che il sistema sanitario è lì per lui, non solo come un’entità astratta, ma come una rete di persone pronte ad aiutare. Dove il marketing comportamentale e le nuove tecnologie non sono strumenti freddi, ma alleati potenti nella promozione della salute e del benessere di tutti. Dove il Terzo Settore non è solo un supporto aggiuntivo, ma un partner essenziale nella costruzione di una società più equa e solidale.
Questa non è solo una storia, ma una visione per il futuro. Un futuro in cui il bene comune non è solo un obiettivo, ma una realtà quotidiana, costruita con l’impegno di tutti. Un futuro in cui ogni paziente, come Anna, può dire: “Non sono solo un numero, sono una persona. E qui, in questo sistema sanitario, qualcuno si prende veramente cura di me.”
Bibliografia
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