La Nasa ha già fatto esperimenti di Medicina nello Spazio.
Attraverso la tecnologia dell’Holoportation, ad esempio, ha preparato la strada alla telemedicina del futuro.
A ottobre 2021, infatti, nella Stazione Spaziale Internazionale, è avvenuto un teleconsulto in cui l’ologramma del Medico sulla Terra si è “concretizzato” in forma estremamente reale agli astronauti nello Spazio, con l’obiettivo, tra gli altri, di rendere il medico più umano e consentire così alla Telemedicina – attraverso la verosimiglianza dell’incontro tra persone distanti – di essere meno “fredda” e più empatica.
Un importante esperimento della Nasa è tornato di recente proprio sulla telemedicina nello Spazio.
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Perché la telemedicina nello Spazio
Con l’avvento delle nuove missioni umane sulla Luna e, in futuro, anche di quelle verso Marte e altre destinazioni spaziali lontane, la necessità di soluzioni mediche a distanza diventerà ancora più cruciale. Le tecnologie di Intelligenza Artificiale e machine learning potrebbero giocare un ruolo fondamentale, permettendo di analizzare grandi quantità di dati biometrici per identificare precocemente anomalie e suggerire interventi tempestivi.
Inoltre, la collaborazione internazionale tra agenzie spaziali, università e aziende tecnologiche potrebbe accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative mediche e cliniche da sfruttare anche sulla Terra grazie a informazioni che provengono dallo studio del comportamento del corpo umano in condizioni estreme o assenza di gravità come quelle spaziali.
La telemedicina nello Spazio, quindi, non garantirà soltanto la sicurezza degli astronauti, ma potrebbe aprire anche nuove frontiere per la medicina terrestre, portando potenziali benefici a tutta l’umanità.
La missione Polaris Dawn
Gli esperimenti NASA di telemedicina nello Spazio sono stati condotti a bordo della missione Polaris Dawn lanciata con un’astronave SpaceX Dragon e un razzo Falcon 9.
L’obiettivo è comprendere meglio come le condizioni spaziali influenzino la salute umana.
Il team, composto da Jared Isaacman, Scott “Kidd” Poteet, Sarah Gillis e Anna Menon, condurrà ricerche molto importanti per il programma di ricerca umana della NASA, sperimentando così approcci medici innovativi ispirati da nuove tecnologie di telemedicina.
I ricercatori della Nasa testeranno un dispositivo in grado di raccogliere e integrare misurazioni vitali quali, ad esempio, pressione sanguigna, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e temperatura. Il dispositivo offre anche capacità di imaging ecografico e una videocamera focalizzata su laringe e gola, con una funzione sperimentale di telemedicina che potrebbe permettere diagnosi quasi in tempo reale.
“Gli astronauti dovranno essere più autosufficienti durante missioni lunghe, speriamo che la Telemedicina possa fornire assistenza” ha dichiarato al proposito Jancy McPhee, associate chief scientist per la ricerca umana alla NASA.
L’applicazione della telemedicina nello spazio, infatti, può garantire diagnosi tempestive e migliorare l’autosufficienza degli equipaggi durante missioni prolungate.
“Ogni missione, che coinvolga astronauti commerciali o della Nasa, offre un’opportunità chiave per ampliare le nostre conoscenze su come il volo spaziale influisca sulla salute umana – ha chiarito McPhee. Le informazioni raccolte dalla missione Polaris Dawn forniranno spunti critici per aiutare la Nasa a pianificare viaggi nello spazio profondo verso la Luna e Marte”.
Voli spaziali: l’impatto sulla salute fisica e mentale
Durante la missione, i membri dell’equipaggio confronteranno i dati raccolti dal dispositivo con quelli ottenuti attraverso esami sanitari periodici standard. La funzione di telemedicina del dispositivo, che utilizza il sistema di comunicazione Starlink di SpaceX per connettersi con medici e specialisti sulla Terra, sarà testata durante una simulazione. Durante il test, il dispositivo tenterà di fornire una diagnosi appropriata basata sugli input dell’equipaggio e sulla documentazione disponibile.
Gli esperimenti includeranno anche studi volti a comprendere e prevenire sintomi e malesseri dovuti al movimento spaziale e a rilevare eventuali lesioni o disagi durante il rientro sulla Terra.
Gli astronauti parteciperanno a vari studi sanitari finanziati dal TRISH (Translational Research Institute for Health) – un consorzio guidato dal Baylor College of Medicine con il California Institute of Technology di Pasadena e il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge – fornendo dati su come il volo spaziale influenzi la salute mentale e fisica attraverso test medici rigorosi svolti prima, durante e dopo la missione.
Il ruolo del TRISH per la Telemedicina nello Spazio
TRISH – come riportato dallo stesso Consorzio – finanzia studi scientifici e tecnologie per aiutare a mantenere gli astronauti in salute nelle missioni sulla Luna, su Marte e altrove.
Per vivere in salute nello spazio profondo, infatti, i membri dell’equipaggio avranno sempre più bisogno di soluzioni a problemi come l’accesso a cibo e medicine, cambiamenti neurocognitivi, esposizione alle radiazioni e altri fattori di stress.
Per superare questi ostacoli, TRISH punta a:
- Collaborare con lo Human Research Program (HRP) della NASA per sviluppare strategie di riduzione dei rischi per gli astronauti impegnati in lunghi viaggi spaziali, con potenziali applicazioni anche sulla Terra;
- Creare opportunità affinché le organizzazioni del settore pubblico e privato possano collaborare alla fornitura di soluzioni per i rischi per la salute e le prestazioni umane associati ai voli spaziali;
- Offrire formazione e sviluppo professionale a scienziati, borsisti post-dottorato o medici che desiderano mettere a frutto le proprie competenze nella missione della Nasa.
Telemedicina nello Spazio: futuro e prospettive
La telemedicina nello Spazio, dunque, rappresenta una delle applicazioni più affascinanti e vitali della tecnologia moderna. Grazie ai tanti esperimenti in corso e ai continui sviluppi tecnologici, gli astronauti potranno ricevere assistenza medica in tempo reale, garantendo la loro sicurezza durante le missioni spaziali.
I vantaggi di questa tecnologia non si limitano allo Spazio. Le prospettive future derivanti da studi e ricerche come queste, infatti, sono estremamente promettenti anche per le applicazioni cliniche, mediche e sanitarie sulla Terra. Con il progresso della telemedicina nello Spazio, infatti, non si esplorano soltanto nuovi prospettive di assistenza medica per gli astronauti, ma si schiude la via a innovazioni medico-scientifiche potenzialmente capaci di migliorare qualità ed efficacia delle cure mediche sulla Terra. La Telemedicina nello spazio, infatti, è un campo in evoluzione le cui evidenze potrebbero arrivare a rivoluzionare alcune delle tecnologie alla base di molti processi della Medicina dei nostri giorni. La combinazione di tecnologia avanzata, esperimenti innovativi e collaborazione internazionale, infatti, sta aprendo nuove possibilità per la salute degli astronauti e, di riflesso, per tutti noi.